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Elettromagnetismo




Riportiamo, autorizzata dal traduttore, la traduzione italiana di una famosa FAQ dedicata all'elettromagnetismo. L'ultima versione é prelevabile direttamente dal sito Internet: http://space.tin.it/clubnet/albpales/Telefonia_mobile/toc-it.htm

Electromagnetic Fields and Human Health, John E. Moulder, Ph.D., Professor of Radiation Oncology, Medical College of Wisconsin

Antenne per telefonia mobile e salute

Versione: 2.6.0
Ultima modifica: 26 luglio 2000
Autore: jmoulder@mcw.edu
Traduzione: Alberto Palestra


Versione in italiano autorizzata dall'autore, Dr. John Moulder, che però non l'ha verificata

Molti aspetti delle FAQ sono validi anche per altri tipi di antenne trasmittenti
 

- Alcune specifiche sezioni tecniche e normative sono legate alla realtà USA, ma l'ingegneria e la biologia di base sono valide per tutti i Paesi. Dove possibile sono state aggiunte delle note per aiutare i lettori al di fuori degli USA a collegare queste informazioni con le rispettive realtà nazionali. Queste note sono colorate.

- Ci sono due FAQ collegate:

Power Lines and Cancer FAQs
(http://www.mcw.edu/gcrc/cop/powerlines-cancer-FAQ/toc.html)
Static Electromagnetic Fields and Cancer FAQs
(http://www.mcw.edu/gcrc/cop/static-fields-cancer-FAQ/toc.html)


Note del traduttore:

Se il valore è dato in
OPERAZIONE
Per ottenere il valore in
ESEMPIO
V/m Dividere per 300 m T 20 V/m ® 20/300 m T ® 0.0666 m T
V/m Elevare al quadrato e dividere per 3780 mW/cm² 20 V/m ® 20²/3780 mW/cm² ® 0.11 mW/cm²
m T Moltiplicare per 300 V/m 0.5 m T ® 0.5x300 V/m ® 150 V/m
m T Elevare al quadrato e dividere per 0.042 mW/cm² 0.5 m T ® 0.5²/0.042 mW/cm² ® 5.95 mW/cm²
mW/cm² Moltiplicare per 3780 ed estrarre la radice quadrata V/m 0.1 mW/cm² ®Ö (0.1x3780) V/m ® 19.4 V/m
mW/cm² Moltiplicare per 0.042 ed estrarre la radice quadrata m T 0.1 mW/cm² ®Ö (0.1x0.042) m T ® 0.06 m T

 


Indice delle domande

  1. Ci sono rischi per la salute associati al vivere, lavorare, giocare o andare a scuola nelle vicinanze di un' antenna trasmittente per telefoni cellulari o PCS?
  2. Qualcuno é seriamente preoccupato riguardo a possibili rischi dovuti alle antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS?
  3. Le differenze fra telefoni cellulari, PCS e altri tipi di telefoni portatili contano nel valutare i possibili effetti delle antenne trasmittenti sulla salute?
  4. Le differenze fra le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS e quelle per la ripetizione di segnali radiotelevisivi contano nel valutare i loro possibili effetti sulla salute?
  5. Le antenne trasmittenti di segnali per telefoni cellulari e PCS emettono radiazioni?
  6. Le radiazioni non ionizzanti (onde radio) emesse dalle antenne trasmittenti di segnali per telefoni cellulari e PCS sono simili alle radiazioni ionizzanti quali i raggi X?
  7. Le onde radio emesse dalle antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS sono simili ai campi elettromagnetici (EMF) prodotti dalle linee elettriche?
  8. Ci sono norme di sicurezza per le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS?
  9. C'é una base scientifica per le norme di sicurezza per le radiofrequenze?
  10. Le norme di sicurezza sono tutte uguali?
  11. La Commissione Federale per le comunicazioni (FCC) ha stabilito dei criteri di sicurezza?
  12. NEWLe antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS sono in grado di soddisfare questi criteri?
  13. Ci sono circostanze nelle quali le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS potrebbero non soddisfare le norme di sicurezza?
  14. Quali criteri sono richiesti nella localizzazione di un'antenna trasmittente per telefoni cellulari e PCS per garantire che rispetti le norme di sicurezza?
    1. Quali sono questi criteri generali?
    2. Come si possono distinguere le antenne ad alto guadagno da quelle a basso guadagno?
    3. Qual'é la differenza nella distribuzione delle emissioni fra le antenne ad alto guadagno e quelle a basso guadagno?
    4. E' sicuro abitare all'ultimo piano di edifici con un antenna trasmittente per telefoni cellulari e PCS montata sul tetto?
    5. Sono previste restrizioni di uso o limiti di distanza intorno alle antenne trasmittenti per telefoni cellulari o PCS?
    6. Quali precauzioni occorre prendere lavorando nei pressi di antenne trasmittenti per telefonia mobile?
  15. Sono tutti d'accordo con le attuali norme di sicurezza relative alle onde radio?
    1. L'EPA (Agenzia di Protezione Ambientale USA) pensa che le attuali norme di sicurezza per telefoni cellulari e PCS siano adeguate?
    2. E' vero che un gruppo di studio Australiano ha dichiarato che ci sono prove che vivere vicino ad una torre trasmittente TV causa un aumento di leucemie infantili?
    3. E' vero che un epidemiologo Israeliano ha dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio a bassa intensità provoca una varietà di problemi alla salute?
    4. E' vero che un gruppo di studio Inglese ha riscontrato leucemie e linfomi in misura maggiore della media nei dintorni di un'antenna trasmittente radiotelevisiva?
    5. E' vero che un ricercatore Inglese e uno Neozelandese hanno dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio a bassa intensità é pericolosa?
    6. E' vero che un ricercatore dell'Università di Washington (Seattle, USA) ha dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio da antenne trasmittenti é pericolosa?
    7. Che cosa c'é di vero nelle dichiarazioni alle TV Inglese, Americana e Francese che ci sono nuovi dati che suggeriscono che i telefoni cellulari possono provocare tumori?
    8. NEWChe cosa ha detto la commissione indipendente di esperti britannica ("Commissione Stewart") riguardo alla sicurezza delle stazioni trasmittenti per telefonia mobile?
  16. NEWCi sono studi epidemiologici che dimostrano che l'esposizione a RF é sicura?
  17. E' possibile che le onde modulate usate nelle trasmissioni producano effetti diversi da quelle continue (CW) usate nella maggior parte degli studi di laboratorio?
  18. Ci sono gruppi di persone (quali vecchi o bambini) che sono più sensibili agli effetti delle onde radio?
  19. Le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS influiscono sui pacemaker, causano mal di testa, ecc.?
    1. Le antenne trasmittenti per telefoni cellulari o PCS influiscono su apparecchi medicali come i pacemaker?
    2. I telefoni cellulari o le trasmittenti relative provocano mal di testa?
    3. La radiazione in radiofrequenza prodotta dai telefoni portatili o dalle relative antenne trasmittenti provoca modifiche psicologiche o comportamentali?
  20. Le onde radio hanno effetti biologici?
  21. Esistono prove confermate che le onde radio possono provocare tumori?
  22. Esiste qualche prova che le onde radio possano provocare aborti o difetti alla nascita?
  23. Che cosa sostengono i più recenti studi scientifici su onde radio e salute?
    1. Che cosa dicono i più recenti rapporti di congressi scientifici?
    2. Che cosa dicono i più recenti rapporti sui giornali scientifici?
    3. Che cosa si sa su una nuova notizia riguardo al fatto che l'esposizione a radiazione da telefonini provoca tumori nei topi?
    4. NEWQualcun altro ha esposto roditori a radiazioni da telefonino per verificare se sviluppavano tumori?
    5. Che cosa si sa riguardo alla nuova notizia che l'esposizione di cavie a radiazioni da telefonino provoca danni al DNA delle cellule cerebrali?
  24. Dove si possono cercare informazioni più approfondite?
  25. Chi ha scritto queste domande e queste risposte?

NEWRevisioni

v2.6.0, Lug-2000: v2.5.3, Giu-2000:


v2.5.1, Apr-2000:

v2.5.0, Mar-2000: v2.4.0, Feb-2000: v2.3.0, Dic-99: v2.2.1, 24-Ott-99: v2.2.0, 11-Set-99: v2.1.5, 5-Ago-99:

Note organizzative




1) Ci sono rischi per la salute associati al vivere, lavorare, giocare o andare a scuola nelle vicinanze di una stazione trasmittente per telefoni cellulari o PCS?

No. Vi è consenso nella comunità scientifica, sia negli USA che nel resto del mondo, che la potenza di queste antenne sia decisamente troppo bassa per causare rischi alla salute, a patto che non venga consentito l'accesso diretto alle antenne (v. Q13 e Q14 ).
E' importante prestare attenzione alla differenza fra antenne, gli apparecchi che producono la radiazione in radiofrequenza; e torri o castelli, le strutture su cui le antenne sono montate. Si deve tenere le distanze dalle antenne, non dalle torri che portano le antenne.




2) Qualcuno é seriamente preoccupato riguardo a possibili rischi dovuti alle antenne trasmittenti dei segnali di telefoni cellulari e PCS?

In realtà no. Ci sono alcune ragioni di preoccupazione rispetto ai possibili rischi per la salute provocati dai telefoni cellulari e PCS stessi (benché non sia certo che effettivamente tali rischi esistano).Questa preoccupazione esiste perché le antenne di questi telefoni possono convogliare una quantità elevata di energia in una piccolissima area del corpo dell'utente [83]. Le antenne trasmittenti non generano questi "punti caldi", per cui le possibili questioni di sicurezza riguardanti i telefonini non sono in realtà applicabili alle antenne trasmittenti.

Per approfondimenti sulle questioni riguardanti gli effetti dei telefonini sulla salute vedere il rapporto ICNIRP [1], la rassegna di Moulder e altri [95], e quella della Società Reale del Canada [99].




3) Le differenze fra telefoni cellulari, PCS e altri tipi di telefoni portatili contano nel valutare i possibili effetti delle antenne trasmittenti sulla salute?

No. Ci sono molte differenze tecniche fra telefoni cellulari, PCS, e altri tipi di telefoni portatili usati in altri paesi [2, vedi anche nota internazionale 2]; ma per quanto riguarda la valutazione dei possibili rischi per la salute, l'unica distinzione è che essi utilizzano frequenze leggermente diverse fra di loro. Le onde radio di alcune antenne trasmittenti (per esempio, quelle per i telefoni cellulari USA) possono essere assorbite dall'uomo in misura leggermente maggiore di quelle di altre (per esempio, quelle per i PCS usati in USA) [23]. Comunque, a parità di energia assorbita gli effetti sono gli stessi.




4) Le differenze fra telefoni cellulari, PCS e altri tipi di telefoni portatili contano nel valutare i possibili effetti delle antenne trasmittenti sulla salute?

Si e no. Le onde radio emesse da certe antenne (e particolarmente quelle per radio in FM (modulazione di frequenza) e la banda VHF-TV) sono assorbite dall'uomo in misura maggiore di quelle di altra origine (quali quelle emesse da antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS); ma una volta che l'energia è stata assorbita gli effetti sono sostanzialmente uguali.

In aggiunta va detto che le antenne radio in FM sono da 100 a 5000 volte più potenti di quelle per telefonia mobile, ma sono montate su torri molto più alte (in USA, tipicamente da 250 a 400 m)




5) Le antenne trasmittenti di segnali per telefoni cellulari e PCS emettono radiazioni?

Si. I telefoni cellulari e PCS e le relative antenne trasmittenti sono radio, e producono radiazione in radiofrequenza (RF) [3]; è così che lavorano. Questa radiazione in radiofrequenza é di tipo "non-ionizzante", e i suoi effetti biologici sono fondamentalmente diversi da quelli delle radiazioni "ionizzanti" emesse dagli apparecchi per raggi X [vedi Q6].




6) Le radiazioni non ionizzanti (onde radio) emesse dalle antenne trasmittenti di segnali per telefoni cellulari e PCS sono simili alle radiazioni ionizzanti quali i raggi X?

No. L'interazione della materia biologica con una sorgente elettromagnetica dipende dalla frequenza della sorgente [4]. Raggi X, onde radio e "EMF" (campi elettromagnetici a bassa frequenza emessi dalle linee elettriche) fanno tutti parte dello spettro elettromagnetico, e le bande dello spettro sono caratterizzate dalla loro frequenza. La frequenza rappresenta il numero di cambiamenti di direzione del campo (numero di cicli o "onde") nell'unità di tempo, ed è misurata in Hertz (Hz), dove un Hz corrisponde ad un ciclo (cambio in direzione) per secondo, e 1 megahertz (MHz) a un milione di cicli per secondo.

L'energia elettrica negli USA viene prodotta a 60 Hz (in Europa 50 Hz, N.d.T.). La radio a onde medie in modulazione di ampiezza (AM) ha una frequenza di circa 1 MHz, la radio FM ha una frequenza di circa 100 MHz, i forni a microonde hanno una frequenza di 2450 MHz, e i raggi X hanno frequenze superiori a un milione di MHz. I telefoni cellulari lavorano a 900 MHz, i PCS a 1800-2200 MHz [vedere anche nota internazionale 2].

Alle frequenze estremamente alte caratteristiche dei raggi X le particelle elettromagnetiche hanno abbastanza energia da rompere i legami chimici (ionizzazione). In questo modo i raggi X danneggiano il materiale genetico delle cellule, e sono potenzialmente in grado di provocare tumori o difetti alla nascita. A frequenze più basse, come quelle delle onde radio, l'energia delle particelle è di gran lunga troppo bassa per rompere i legami chimici; perciò le onde radio sono dette "non-ionizzanti". Dato che le radiazioni non-ionizzanti non possono rompere i legami chimici, non c'è alcuna somiglianza fra gli effetti biologici di radiazioni ionizzanti (raggi X) e radiazioni non-ionizzanti (onde radio) [4].
 

Lo spettro elettromagnetico

The Electromagnetic Spectrum




7) Le onde radio emesse dalle antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS sono simili ai campi elettromagnetici (EMF) prodotti dalle linee elettriche?

No. Le linee elettriche non producono radiazioni non-ionizzanti significative, producono campi elettrici e magnetici. Contrariamente alle radiazioni non-ionizzanti, questi campi non irradiano energia nello spazio, e si annullano quando la corrente viene interrotta.. Non è chiaro come, e neppure se, i campi generati dalle linee elettriche producano effetti biologici; ma se lo fanno, non lo fanno nella stessa maniera in cui li producono le onde radio di elevata potenza [4, 53]. Non è ipotizzabile alcuna similitudine fra effetti biologici provocati da campi generati dalle linee elettriche "EMF" e gli effetti biologici delle onde radio




8) Ci sono norme di sicurezza per le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS?

Si. Ci sono linee guida di sicurezza nazionali (USA) e internazionali riguardo all'esposizione del pubblico alle onde radio prodotte dalle antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS. Le norme più comunemente accettate sono quelle sviluppate dall'Istituto degli Ingegneri elettronici ed elettrotecnici e dall'Istituto nazionale di normativa americano (ANSI/IEEE) [5], dalla commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti (ICNIRP) [6], e dal Consiglio nazionale (USA) per la misura e la protezione dalle radiazioni (NCRP) [7].

Queste norme riguardanti le onde radio fissano dei limiti per la "intensità di potenza riferita ad onda piana", che è misurata in mW/cm² (milliwatt per centimetro quadrato) [8]. Per le antenne per PCS, il limite di esposizione indicato dalle norme ANSI/IEEE 1992 per esposizione non professionale é di 1.2 mW/cm². Per i telefoni cellulari é di 0.57 mW/cm² [9]. Le norme ICNIRP indicano limiti leggermente inferiori e le norme NCRP sono sostanzialmente identiche [10].

Nel 1996 la commissione federale per le comunicazioni USA (FCC) ha emesso linee guida per le frequenze e le apparecchiature sotto la sua giurisdizione, incluse le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS [11]. Le norme FCC per queste antenne sono sostanzialmente identiche alle ANSI/IEEE [12].

Le norme per l'esposizione non professionale si riferiscono a intensità di potenze medie misurate in tempi relativamente brevi, 30 minuti nel caso delle norme ANSI/IEEE, NCRP, e FCC (alle frequenze utilizzate da PCS e telefoni cellulari). Dove vi sono più antenne, le norme si applicano alla somma delle potenze emesse da tutte le antenne [13].

Vedi nota internazionale 12.




9) C'é una base scientifica per le norme di sicurezza per le radiofrequenze?

Si. Quando gli scienziati hanno esaminato tutta la letteratura pubblicata sugli effetti biologici delle onde radio hanno trovato che essa concordava su un certo numero di punti chiave [vedi 1, 5, 6, 7, 14, 53, 83, 90, 95, 96 e 99 per i dettagli]:

  1. La ricerca sulle onde radio è estesa [15], ed è sufficiente per stabilire norme di sicurezza.
  2. L'esposizione alle onde radio può essere pericolosa se sufficientemente intensa. I danni possibili comprendono cataratta, bruciature della pelle, ustioni profonde, indebolimento da calore, colpi di calore.
  3. Gli effetti biologici delle onde radio dipendono dalla quantità di energia assorbita [8]; e all'interno di una larga fascia di frequenze ( da 1 a 10.000 MHz), l'effettiva frequenza ha pochissima influenza.
  4. Gli effetti biologici delle onde radio sono proporzionali alla quantità di energia assorbita, e la durata dell'esposizione ha pochissima importanza [96].
  5. Non è stato possibile osservare in modo riproducibile effetti pericolosi al di sotto di una certa quantità di energia assorbita dall'intero corpo [16].
Partendo da questi dati comunemente accettati in campo scientifico, i differenti istituti e paesi hanno usato modi diversi per predisporre le norme di sicurezza. Un approccio tipico è quello usato da ANSI/IEEE [5] e FCC [11].

 ANSI/IEEE e FCC hanno applicato un fattore di sicurezza 10 per stabilire limiti per l'esposizione professionale. Poi hanno applicato un ulteriore fattore di sicurezza 5 per esposizione continua non-professionale. Infine sono stati fatti studi dettagliati per stabilire una relazione fra l'intensità di potenza, che può essere misurata in modo semplice, e l'assorbimento di energia, che è la grandezza che effettivamente conta [8].

Il risultato è una linea guida per l'esposizione non professionale che porta ad un livello pari solo al 2% del livello al quale è stato possibile rilevare, con esperimenti ripetibili, effetti biologici.




10) Le norme di sicurezza sono tutte uguali?

No. Ci sono differenze fra le varie norme. ANSI, ICNIRP, NCRP e FCC usano tutte gli stessi dati biomedici, e lo stesso approccio generale, per stabilire linee guida di sicurezza. Comunque ci sono differenze nei modelli [di simulazione] usati dai differenti enti, e da qui nascono leggere differenze nei valori adottati [17]. Non si dovrebbe attribuire alcun significato biologico a queste leggere differenze.

Altre norme, quali quelle australiane [nota internationale 12], sono differenti perché vengono adottati margini di sicurezza più ampi.

Vedi nota internationale 17.




11) La Commissione Federale per le comunicazioni (FCC) ha stabilito dei criteri di sicurezza?

Si. Fino al 1996 la FCC adottava una norma ANSI datata (1982) che in realtà era stata concepita per i rischi da esposizione professionale più che per l'esposizione generale. Nel 1996 la FCC adottò una nuova norma [11] che è basata sulla più recente (1992) norma ANSI, alla quale comunque non è identica [12].

Questa nuova norma FCC si applica a tutte le nuove trasmittenti autorizzate all'esercizio a partire dal 15 ottobre 97, ma gli impianti esistenti hanno tempo fino al 1 settembre 2000 per adeguarsi.




12) Le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS sono in grado di soddisfare questi criteri?

Si. Con una progettazione corretta, le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS possono rispettare tutte le norme di sicurezza con ampi margini.

Un'antenna a basso guadagno per PCS e/o cellulari, posta a 12 m dal suolo e impiegata alla massima potenza possibile, potrebbe generare un'intensità pari a 0.02 mW/cm² al suolo presso la base dell'antenna stessa; ma i livelli di potenza al suolo saranno più spesso compresi fra 0.0001 e 0.005 mW/cm² [57]. Queste intensità sono di gran lunga inferiori a quelle previste da tutte le norme, e le norme stesse hanno posto limiti di gran lunga inferiori al livello al quale sono stati rilevati effetti potenzialmente pericolosi.

Entro 150 m dalla base dell'antenna, l'intensità a quote più alte rispetto alla base dell'antenna (per esempio al secondo piano di un edificio o su un dosso), può essere più elevata. Anche in presenza di antenne multiple, e con antenne sia per cellulari che per PCS sulla stessa torre, le intensità saranno inferiori al 2% dei livelli di norma, qualunque sia l'altezza, per distanze superiori ai 60 m dall'antenna.

Al di là di 150 m circa dall'antenna l'intensità non aumenta all'aumentare della quota dal terreno.

La densità di potenza all'interno di un edificio viene diminuita di un fattore compreso fra 3 e 20 rispetto all'esterno [54].

Peterson e altri [77] hanno misurato l'intensità intorno a trasmittenti per telefoni cellulari. Le misure erano riferite ad antenne a basso guadagno da 1600 W (ERP) , montate su torri di altezze comprese fra i 40 e gli 80 m. La massima intensità misurata a terra era di 0.002 mW/cm², e il valore massimo era a una distanza compresa fra i 15 e i 65 m dalla base. Nel raggio di 100 m dalla base delle torri, l'intensità media era inferiore a 0.001 mW/cm².

In Vancouver (Canada), Thansandote e altri [123] hanno misurato i livelli di RF  in cinque scuole, tre delle quali con antenne sul tetto o nelle vicinanze. Tutte le scuole soddisfacevano i requisiti delle norme RF canadesi, americane e internazionali con un largo margine. I massimi valori letti sono riportati nella tabella seguente.

Livelli di RF in scuole canadesi prossime ad antenne trasmittenti per telefonia mobile
Scuola Posizione dell'antenna Massimo livello di RF
1 Stazione trasm. all'altro lato della strada 0.00016 mW/cm²
2 Stazione trasm. analogica sul tetto 0.0026 mW/cm²
3 Idem dall'altro lato della strada 0.00022 mW/cm²
4 and 5 Nessuna antenna nelle vicinanze meno di 0.00001 mW/cm²
Norma canadese meno di 0.57 mW/cm²

Nel 2000, l'ente britannico per la sicurezza dalle radiazioni (National Radiation Protection Board) [130] ha misurato i livelli di radiazione in radiofrequenza in 118 zone accessibili al pubblico intorno a 17 stazioni trasmittenti per telefonia mobile. La massima esposizione rilevata è stata di 0.00083 mW/cmq (su un campo da gioco a 60 m da una scuola con un'antenna montata sul tetto). Le densità di potenza tipiche erano inferiori a 0.0001 mW/cmq (meno dello 0.01% dei limiti ICNIRP per l'esposizione non professionale). Le densità di potenza all'interno erano sostanzialmente inferiori a quelle misurate all'esterno. Quando si metteva in conto la radiazione in radiofrequenza di tutte le sorgenti (antenne per telefonia, radio, TV, ecc.) la massima densità di potenza misurata è risultata inferiore allo 0.2% dei limiti ICNIRP per l'esposizione non professionale. I dettagli sono illustrati nella seguente figura.
 

Livelli di radiazione in radiofrequenza presso antenne trasmittenti per telefonia mobile in Gran Bretagna

Radiofrequency Radiation Levels Near Mobile Phone Base Stations in the UK
Rapporto fra la densità di potenza in RF e la distanza dalla dalla base della torre o edificio su cui l'antenna era montata. Adattato da Mann e altri [130].

La relazione fra i livelli di RF necessari per produrre effetti biologici noti, i livelli imposti dalle norme FCC e i livelli misurati nei pressi di antenne trasmittenti per telefonia mobile è mostrata nelle figura seguente.

Norme per trasmittenti per telefonia mobile 

Standards for Mobile Phone Base Stations
Relazione fra i livelli di RF necessari per produrre effetti biologici noti, i livelli imposti dalle norme FCC e i livelli misurati nei pressi di antenne trasmittenti per telefonia mobile. Dato che l'intensità di potenza in RF necessaria per produrre effetti biologici dipende dalla frequenza, questa figura vale solo per frequenze comprese fra 800 e 2200 MHz (cioè quelle attualmente impiegate per i telefonini). 




13) Ci sono circostanze nelle quali le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS potrebbero non soddisfare le norme di sicurezza?

Si. Ci sono circostanze nelle quali un'antenna per telefoni cellulari e PCS mal progettata potrebbe non soddisfare le norme di sicurezza.

I limiti di sicurezza per esposizione non-professionale potrebbero essere superati in caso di antenne montate in modo da consentire pubblico accesso ad aree poste a distanza inferiore a 7 m dalle antenne stesse [18]. Questo potrebbe verificarsi nel caso di antenne montate sul tetto o adiacenti al tetto di un edificio.

I limiti di sicurezza per esposizione professionali potrebbero essere superati in caso di antenne montate su strutture dove sia richiesto l'accesso di operatori ad una distanza inferiore a 3.5 m dalle antenne [18]. Peterson e altri [77], ad esempio, hanno misurato, ad una distanza di 60¸100 cm da un'antenna da 1600W (ERP) a basso guadagno montata su un tetto, un'intensità pari a 2 mW/cm² (rispetto ad un valore di norma ANSI [9] per l'esposizione non-professionale di 0.57 mW/cm²)




14) Quali criteri sono richiesti nella localizzazione di un'antenna trasmittente per telefoni cellulari e PCS per garantire che rispetti le norme di sicurezza?

Benché la definizione di criteri specifici richieda una dettagliata conoscenza del luogo, dell'antenna e della struttura di sostegno, alcuni criteri generali possono essere stabiliti



14A) Quali sono questi criteri generali?
  1. Le postazioni di antenne dovrebbero essere progettate in modo che sia impedito il pubblico accesso in aree dove l'esposizione supera i valori stabiliti dalle norme ANSI 1992 [5] o FCC [11] per l'esposizione non-professionale. Come regola generale, i livelli imposti per l'esposizione non controllata (non professionale) non possono venire superati a distanze superiori ai 7 m da un'antenna [18].
  2. Se ci sono aree accessibili agli operatori dove si superano i valori ANSI 1992 [5] o FCC [11] per l'esposizione non professionale, occorre garantire che i lavoratori interessati conoscano tali aree, e quali precauzioni devono adottare per accedervi. In generale, queste saranno aree poste a meno di 7 m dalle antenne [18].
  3. Se ci sono aree dove si superano i valori ANSI 1992 [5] o FCC [11] per l'esposizione professionale, occorre garantire che i lavoratori interessati conoscano tali aree, che siano in grado di spegnere o disattivare le trasmittenti quando accedono a tali aree e che effettivamente lo facciano. Queste aree potrebbero non esistere, ma se esistono si trovano a distanze inferiori a 3.5 m dalle antenne [18].
Se ci sono dubbi sull'effettivo rispetto dei limiti, la conformità deve essere verificata con misurazioni effettuate ad antenna in funzione.

Le linee guida FCC [11] richiedono un calcolo dettagliato e/o una misura della radiazione RF per alcune trasmittenti di elevata potenza montate su tetti, e di alcune trasmittenti di alta potenza le cui antenne sono montate su torri piuttosto basse [19].

In generale, le linee guida sopraccitate possono essere sempre soddisfatte quando le antenne sono montate su apposite torri. I problemi, quando esistono, sono generalmente confinati a:

Vedi nota internazionale 19.




14B) Come si possono distinguere le antenne ad alto guadagno da quelle a basso guadagno?

Dato che i criteri per la localizzazione di un'antenna ad alto guadagno ed una a basso guadagno sono diversi, é importante saperle distinguere. Fortunatamente, le antenne hanno un aspetto piuttosto diverso:

Come distinguere i due tipi di antenne

Distinguish the Two Antenna Types



La differenza fra le torri per antenne a basso guadagno e quelle per antenne ad alto guadagno è evidente anche a distanza. Quando antenne ad alto guadagno sono situate su un edificio, le differenze possono non essere evidenti, in particolare se sono situate sul fianco dell'edificio, o , più' comunemente, sul fianco dell'attico.
 

Diversi modi di posizionare le antenne

Diffent Ways to Mount Antennas




14C) Qual'é la differenza nella distribuzione delle emissioni fra le antenne ad alto guadagno e quelle a basso guadagno?

La distribuzione delle emissioni varia molto fra i due tipi di antenna. Per un'antenna a basso guadagno del tipo usato dalla maggior parte delle trasmittenti per telefoni cellulari, la distribuzione appare come nella figura seguente:
 

Distribuzione delle onde emesse da un'antenna a basso guadagno da 1000 W (ERP)

(Tipica stazione trasmittente per cellulari)

RF Emissions from a 1000 W ERP Low-Gain Antenna



Ad una distanza molto ridotta da un'antenna a basso guadagno (in quello che tecnicamente viene definito "campo ravvicinato"), l'intensità appare così distribuita:
 

Onde emesse da un'antenna a basso guadagno da 1000 W (ERP)

(Vista in pianta dell'intensità in prossimità dell'antenna)

RF Emissions from a 1000 W ERP Low-Gain Antenna - Close View

I dati per la figura sopra riprodotta sono stati adattati (con permesso) da disegni forniti dalla UniSite Inc. of Tampa, Florida (http://www.unisite.com).



Per un'antenna ad alto guadagno del tipo usato dalle stazioni trasmittenti per PCS, la distribuzione è la seguente:

Onde emesse da una singola antenna ad alto guadagno da 1000 W (ERP)

(Tipica stazione trasmittente per PCS)

RF Emissions from a 1000 W ERP High-Gain Antenna



Occorre ricordare che una tipica stazione trasmittente per PCS utilizza 3 (o in certi casi 4) di queste antenne, puntate in differenti direzioni.
Ad una distanza molto ridotta da un'antenna ad alto guadagno (in quello che tecnicamente viene definito "campo ravvicinato"), l'intensità appare così distribuita:
 

Onde emesse da un'antenna ad alto guadagno da 1000 W (ERP)

(Vista in pianta dell'intensità in prossimità dell'antenna)

RF Emissions from a 1000 W ERP High-Gain Antenna - Close View

I dati per la figura sopra riprodotta sono stati adattati (con permesso) da disegni forniti dalla Unisite Inc. of Tampa, Florida (http://www.unisite.com).




14D) E' sicuro abitare all'ultimo piano di edifici con antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS montata sul tetto?

In generale questo non costituisce un problema.

  1. Come si può vedere dalla distribuzione di emissioni mostrate Q14C, né le antenne a basso guadagno né quelle ad alto irradiano molta energia verso il basso.
  2. Il tetto di un edificio assorbe una grossa percentuale dell'energia delle onde radio. Ci si può aspettare che un soffitto tipico diminuisca il segnale di un fattore fra 5 e 10 (o più nel caso di soffitti in calcestruzzo armato o metallici).
  3. Nel caso di montaggio sul tetto, la FCC richiede la valutazione delle emissioni di tutti i trasmettitori tranne quelli di potenza minima (vedi Q14 e nota 11 e 19).
  4. Calcoli fatti anche assumendo tutte le ipotesi peggiorative dimostrano che l'intensità sul piano sotto un antenna soddisfa tutti gli attuali standard di sicurezza [55].
  5. Le misure effettive in appartamenti all'ultimo piano confermano che l'intensità è molto al di sotto di tutti gli attuali standard di sicurezza [55].



14E) Sono previste restrizioni di uso o limiti di distanza intorno alle antenne trasmittenti per telefoni cellulari o PCS?

No. Le linee guida per la sicurezza nel campo della radiofrequenza (negli USA, N.d.T.) non richiedono limiti di distanza o restrizioni di uso intorno alle stazioni trasmittenti per telefoni cellulari o PCS, dato che i livelli di potenza al suolo non sono mai tanto alti da superare i limiti posti per esposizione continua non professionale (vedi Q8 e Q12).

Come discusso in Q13 e Q14, possono esserci dei casi in cui si devono prevedere delle restrizioni in prossimità delle antenne stesse.



14F) Quali precauzioni occorre prendere lavorando nei pressi di antenne trasmittenti per telefonia mobile?

Una dettagliata discussione delle norme di sicurezza sul lavoro nei riguardi delle radiofrequenza esula dagli scopi di queste FAQ.

In una discussione dettagliata sulle linee guida per l'installazione di antenne per telecomunicazioni, Tell [116] fa le seguenti raccomandazioni:

Linee guida specifiche per l'installazione (da Tell [116])
 

  1. Per le antenne montate su tetti, porre le antenne a una quota superiore all'altezza di persone che potrebbero trovarsi sul tetto.
  2. Per antenne montate su tetti, tenere le antenne trasmittenti lontane da aree dove c'è maggiore probabilità di accesso (per esempio, botole di accesso al tetto, zone di servizio per telefonia, apparati per condizionamento/riscaldamento).
  3. Per antenne direzionali montate su tetti, posizionarle sui bordi e non puntarle verso l'edificio.
  4. Porre attenzione al compromesso fra la scelta di antenne più grandi (con un minore picco di intensità di RF) e antenne più piccole (con un minor impatto visuale).
  5. Ricordare che i limiti di norma per RF sono più stringenti per le antenne a frequenze minori (cioè, 900 MHz) che per quelle a frequenze maggiori (cioè, 1800 MHz).
  6. Prendere precauzioni speciali per tenere le antenne ad alta potenza lontane dalle aree accessibili.
  7. Tenere le antenne in zone il più possibile isolate; benché questo potrebbe risultare in contrasto con le regole locali di zonizzazione.
  8. Prendere precauzioni speciali nel progettare siti multipli, con più antenne di diversi proprietari sulla stessa struttura. Questo è valido in particolare per i siti che includono antenne trasmittenti di elevata potenza (FM/TV). le regole locali di zonizzazione spesso favoriscono il raggruppamento, ma questo può provocare problemi di sicurezza seri.
Procedure di lavoro per ridurre l'esposizione a radiazioni in radiofrequenza (da Tell [116])
  1. Il personale che lavora in cantieri presso antenne deve essere informato della presenza di radiazione in RF, della possibilità di esposizione e delle misure da prendere per ridurre tale esposizione.
  2. "Se la radiazione in RF in una zona può superare il livello prescritto da FCC per l'esposizione non professionale, la zona deve essere segnalata con appropriati cartelli." [Per Richard Tell, comunicazione personale, febbraio 2000]
  3. I livelli di radiazione in un cantiere devono essere studiati prima di avviare il cantiere.
  4. I livelli di radiazione in un cantiere devono essere misurati.
  5. Supporre che tutte le antenne siano sempre attive
  6. Disabilitare (e bloccare) tutte le trasmittenti collegate prima di lavorare ad un'antenna.
  7. Usare strumenti di misura portatili per verificare che tutte le trasmittenti siano state effettivamente spente.
  8. Mantenere una distanza di sicurezza dalle antenne. "Come criterio pratico per mantenere l'esposizione [a radiazione RF] bassa, mantenere una distanza di1-1.2 m da ogni antenna."[116]
  9. "Tenersi in movimento " e "evitare esposizioni non necessarie e prolungate in prossimità stretta delle antenne".
  10. In certi cantieri (antenne multiple in spazi ristretti dove certe antenne non possono essere spente) può essere necessario indossare indumenti protettivi.
  11. Ricordare che nella maggior parte dei cantieri ci sono molti pericoli non legati alla RF (macchinari pericolosi, pericoli di folgorazione, caduta di oggetti), perciò ammettere in cantiere solo personale autorizzato ed addestrato.



15) Sono tutti d'accordo con le attuali norme di sicurezza relative alle onde radio?

Non tutti. Anche fra gli scienziati c'è un piccolo numero di persone che dichiara che ci sono prove che l'esposizione a bassi livelli di radiazione in radiofrequenza è pericoloso (vedi, per esempio, Q15B e Q15C). Comunque, nemmeno questi scienziati sosterrebbero che livelli di intensità così ridotti quali quelli riscontrabili intorno a stazioni trasmittenti ben progettate siano pericolosi.



15A) L'EPA (Agenzia di Protezione Ambientale USA) pensa che le attuali norme di sicurezza per telefoni cellulari e PCS siano adeguate?

Si. L'EPA ha chiesto all'FCC di adottare parte delle linee guida NCRP 1986 [7] piuttosto che l'intero corpo di linee guida ANSI 1992 [5]. L'FCC ha accettato [11], e l' EPA ha approvato formalmente gli standard di sicurezza FCC.

In una lettera del 25 Luglio 1996 a Reed Hunt (Presidente del FCC), Carol Browner (Direttrice dell' EPA) Ha scritto:

"Noi abbiamo verificato... 'la bozza FCC del 2 Luglio 1996, riguardante le linee guida per la valutazione dell'impatto ambientale delle radiazioni in radiofrequenza'. Questo nuovo approccio... soddisfa la nostra preoccupazione di un'adeguata protezione della salute pubblica. Mi complimento con voi per la scelta di questo approccio..."
In una successiva lettera del 17 Gennaio 1997 a Reed Hunt, Mary Nichols (Amministratore aggiunto per l'aria e le radiazioni dell'EPA) ha scritto:
"Vorrei ribadire l'appoggio dell' EPA alle linee guida definitive per l'esposizione alla radiofrequenza emesse dall' FCC in Agosto [del 1996] in quanto forniscono un'adeguata protezione alla salute pubblica."
In una lettera del 30 Aprile 1999 all'FCC, Robert Brenner (Amministratore delegato aggiunto dell'EPA per l'aria e le radiazioni) dichiarava:
"Le linee guida FCC tengono espressamente conto degli effetti termici della energia trasmessa in RF, ma non di supposti effetti non termici che potrebbero essere causati da un'esposizione cronica. Questo sostanzialmente a causa della scarsità di ricerca scientifica su effetti a lungo termine, non termici. L'informazione di base sugli effetti non termici non è cambiata in modo significativo dai commenti originari dell'EPA nel 1993 e nel 1996. Alcuni studi riportano che a livelli non termici, una esposizione prolungata a RF potrebbe avere conseguenze biologiche. La maggior parte degli studi disponibili suggerisce però che non ci sono significativi pericoli per la salute nel campo non termico. Resta perciò opinione dell'EPA che le linee guida per l'esposizione dell'FCC proteggono adeguatamente il pubblico da tutti i pericoli scientificamente provati che possono derivare dalle emissioni in RF generate dagli impianti autorizzati dall'FCC. "



15B) E' vero che un gruppo di studio Australiano ha dichiarato che ci sono prove che vivere vicino ad una torre trasmittente TV causa un aumento di leucemie infantili?

Si e no. Questa dichiarazione è stata fatta nel 1996, ma studi successivi in Australia (vedi sotto) a in Gran Bretagna (vedi Q15D) la contraddicono.

 Hocking e colleghi [28] hanno pubblicato uno studio epidemiologico "ecologico" che paragona comunità "vicine a torri TV " con altre più lontane. Non sono stati misurati gli effettivi livelli di esposizione a RF, ma gli autori calcolano che i livelli di esposizione nelle comunità "vicine a torri TV " variassero fra 0.0002 e 0.008 mW/cm². Nessuna altra fonte di RF viene presa in considerazione, e lo studio è basato su una sola area metropolitana. L'autore riporta un'incidenza elevata del numero totale di leucemie e di quello di leucemie infantili, ma nessun incremento nell'incidenza di tumori cerebrali o di tumori cerebrali infantili.

Studi epidemiologici più dettagliati sulle antenne FM/TV in Gran Bretagna non hanno trovato prove di una connessione con il cancro (vedi Q15D).

Nel 1998, McKenzie e colleghi [62] hanno ripetuto lo studio di Hocking [28]. McKenzie e colleghi hanno osservato la stessa zona, e per lo stesso periodo di tempo; ma hanno fatto una stima più precisa dell'esposizione a RF cui i soggetti andavano incontro nelle varie aree. Essi hanno trovato un aumento di leucemie infantili in un'area prossima alle antenne TV, ma non in altre aree simili prossime alla stessa antenna; e non hanno trovato alcuna correlazione significativa fra l'esposizione a RF e la percentuale di leucemie infantili. Essi hanno inoltre scoperto che la maggior parte delle "leucemie infantili in eccesso" riportate da Hocking e altri erano state rilevate prima che iniziasse la trasmissione TV ad alta potenza 24 ore al giorno. Questa ripetizione dello studio, unita al mancato riscontro in studi più allargati in Gran Bretagna (vedi Q15D), suggerisce che la correlazione riportata da Hocking e altri [28] fosse artificiosa.




15C) E' vero che un epidemiologo Israeliano ha dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio a bassa intensità provoca una varietà di problemi alla salute?

Si. In un articolo del 1995 presentato come un "espressione di un'opinione ", Goldsmith [29A] sostiene che è provata l'associazione dell'esposizione a RF con mutazioni genetiche, difetti alla nascita e il cancro. Questa rassegna è basata in gran parte su quelle che l'autore ammette essere "fonti non controllate da altri studiosi ", molte delle quali sono definite "incomplete" e mancanti di "affidabili stime delle dosi ". L'autore inoltre dichiara che "non è stato fatto alcun sistematico tentativo di includere anche i dati negativi; perciò questo rapporto ha un'impostazione pregiudiziale positiva".

In un articolo basato sulla presentazione di un incontro del 1996 [29B] Goldsmith sostiene che studi epidemiologici "suggeriscono che l'esposizione a RF è potenzialmente cancerogena e ha altri effetti negativi sulla salute ". Le sue conclusioni sono basate in gran parte su:

Pochi studiosi sono d'accordo con le opinioni espresse da Goldsmith (vedi per esempio le raccolte di epidemiologia sulla RF in 1, 5, 6, 7, 14, 53); e ancora meno sarebbero quelli disponibili a basare una conclusione sul genere di fonti di dati su cui Goldsmith si basa.


15D) E' vero che un gruppo di studio Inglese ha riscontrato leucemie e linfomi in misura maggiore della media nei dintorni di un'antenna trasmittente radiotelevisiva?

Si e no. Dolk e colleghi [34] hanno esaminato un addensamento di casi di leucemia e linfoma segnalato presso un'antenna FM/TV di elevata potenza presso Sutton Coldfield in Gran Bretagna. Essi trovarono che l'incidenza di leucemia fra gli adulti e di tumori della pelle era elevata in un raggio di 2 km dall'antenna, e che l'incidenza di questi tipi di tumore diminuiva con la distanza. Non trovarono alcuna variazione rispetto alla norma per tumori cerebrali, tumori al seno maschili e femminili, linfoma o qualsiasi altro tipo di tumore.

A causa di  questi risultati, Dolk e colleghi [35] estesero la loro ricerca ad altre 20 antenne FM/TV ad elevata potenza in Gran Bretagna. I tipi di tumore controllati erano leucemia fra gli adulti, melanoma, tumore alla vescica, leucemia infantile e tumore al cervello. Non fu trovato alcun aumento di incidenza di tumori nelle vicinanze delle antenne, né alcuna diminuzione con l'aumento della distanza. Questa ricerca estesa non conferma i risultati trovati in quella, molto più ridotta, effettuata dagli stessi autori a Sutton Coldfield [34] o da Hocking e altri [28] in Australia.



15E) E' vero che un ricercatore Inglese e uno Neozelandese hanno dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio a bassa intensità é pericolosa?

Si e no. E' stato riferito dai mass media che Roger Coghill (GB) e Neil Cherry (Nuova Zelanda) avrebbero dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a RF a livelli ben al di sotto di quelli stabiliti da ANSI, FCC, ICNIRP e NRPB è pericolosa.

Si è saputo che Roger Coghill è un " manager ambientale", che possiede un laboratorio che fabbrica magneti [permanenti?] "per aiutare le persone che soffrono di dolori muscolari o artritici " [59].Egli ha pubblicato a proprie spese un documento [58] che spiega "l'ipotesi Coghill sulla radiazione cerebrale morfogenica". Evidentemente, Coghill è convinto che "il cervello è, in realtà, una stazione radio organica perfettamente funzionante...in contatto radio con ogni cellula del corpo " [59]. Egli sembra basare la sua teoria fondamentalmente su ricerche "dell'Europa Orientale " che non sono state pubblicate in occidente [59].

Neil Cherry è un amministratore pubblico della Nuova Zelanda, e un "Lettore Senior in meteorologia applicata all'agricoltura" [60]. Come Coghill, egli ha pubblicato a sue spese un documento sui pericoli dell'esposizione a RF a bassa intensità [60]. I mass media hanno riferito che Cherry avrebbe dichiarato che "l'esposizione a EMF" è "statisticamente strettamente associata con danni alla salute, benché non ci siano prove scientifiche che gli EMF abbiano causato tali danni " [61]. Secondo Cherry, questi danni alla salute comprendono "tumori in varie parti del corpo, disturbi del sonno, sindrome da affaticamento cronico, aborti spontanei, difetti di nascita, alterazioni del ritmo cardiaco e dei ritmi circadiani e diversi altri effetti negativi." [61]. Le idee di Cherry sembrano derivare in gran parte da quelle di Goldsmith (Q15C) e Hocking (Q15B).

Né Coghill né Cherry hanno pubblicato alcunché a supporto delle loro teorie su riviste scientifiche sottoposte a verifica. Sia Coghill che Cherry trattano insieme i campi generati dalle linee di trasmissione di corrente e la RF come se fossero biologicamente equivalenti (e questo è quasi certamente scorretto), e si appoggiano sostanzialmente su fonti non pubblicate o non controllate (che sono impossibili da verificare). I loro comunicati ai mass-media sono stati estremamente vaghi riguardo alle basi scientifiche delle loro opinioni. Finché Coghill e Cherry non sottoporranno le loro teorie a un dibattito scientifico corretto (verificato alla pari da altri scienziati), e non sosterranno le loro teorie con dati effettivi, è impossibile per qualunque scienziato prendere sul serio le loro teorie.



15F) E' vero che un ricercatore dell'Università di Washington (Seattle, USA) ha dichiarato che ci sono prove che l'esposizione a onde radio da antenne trasmittenti é pericolosa?

Si e no. Il Dr. Henry Lai (Dipartimento di Bioingegneria, Università dello stato di Washington, Seattle) ha dichiarato in alcuni convegni che radiazioni RF a "bassa intensità" hanno effetti sul sistema nervoso dei ratti. Il Dr. Lai ha poi dichiarato in altri convegni che ci sono ricerche pubblicate che mostrano che radiazioni RF possono provocare "effetti sulla salute " con intensità "di campo molto basse ".

La ricerca condotta dal Dr. Lai non ha un immediato riferimento con la sicurezza delle stazioni trasmittenti per telefonia mobile, dato che la maggior parte dei suoi studi è stata condotta con intensità di radiazione RF ben al di sopra di quelle che si possono incontrare presso le trasmittenti. In generale, gli studi del Dr. Lai sono stati effettuati con intensità di 1 mW/cm² e un SAR (tasso di assorbimento specifico) di 0.6 W/kg [31, 92, 93]. Questa intensità di radiazione RF è più di 100 volte maggiore di quella riscontrabile in aree accessibili al pubblico presso stazioni trasmittenti in regola con le norme FCC [16], e supera sensibilmente i limiti di SAR che sono a base delle linee guida FCC [11] e ANSI [5] per l'esposizione del pubblico [17]. Per ulteriori discussioni sulla ricerca sui possibili effetti della radiazione RF sul sistema nervoso vedere le raccolte di Lai [93] e Juutilainen e de Seze [90].

A un convegno a Vienna nel 1998, e in una lettera inviata ad amministratori pubblici nel 1999, il Dr. Lai fa riferimento a sei studi a sostegno delle sue dichiarazioni che ci sono dati che mostrano che la radiazione RF può provocare "effetti sulla salute" a intensità "di campo molto basse ". Quegli studi sono:

Un esame degli studi sopraelencati porta scarso supporto reale alle dichiarazioni del Dr.Lai.

15G) Che cosa c'é di vero nelle dichiarazioni alle TV Inglese, Americana e Francese che ci sono nuovi dati che suggeriscono che i telefoni cellulari possono provocare tumori?

Queste dichiarazioni non sembrano basate su dati reali.

Fra l'estate e l'autunno del 1999, in alcuni programmi delle TV inglese, americana e francese veniva dichiarato che erano disponibili nuovi dati che suggerivano che le radiazioni RF dai telefoni cellulari potevano essere nocive all'uomo. Generalmente venivano citato quattro "nuove" fonti di informazione:

  1. Lo studio di Hardell e altri [100] che è discusso in Q16.
  2. Lo studio di Preece e altri [97] che è discusso in Q19C.
  3. Un nuovo studio sulla genotossicità, non pubblicato.
  4. Un nuovo studio epidemiologico, non pubblicato.
Gli ultimi due di questi "nuovi" studi sono stati descritti solo in modo vago nelle notizie TV, ma sembra si faccia riferimento a studi sponsorizzati dall'industria USA della telefonia mobile (come parte di un programma di studi chiamato WTR). Lo studio biologico era stato presentato a un congresso nel marzo 1999, e sono disponibili riassunti pubblicati [102, 103]. Lo studio epidemiologico è stato presentato a un congresso nel giugno 1999, ma non ne esiste pubblicato nemmeno un riassunto.

La U.S. Food e Drug Administration (FDA) ha esaminato gli studi, e il 20 ottobre 99 ha pubblicato i seguenti commenti [per il testo completo, vedi http://www.fda.gov/cdrh/ocd/mobilphone.html].

"I ricercatori hanno effettuato una grande serie di test di laboratorio per verificare gli effetti sul materiale genetico dell'esposizione a RF da telefonia mobile. Ciò includeva test per numerosi tipi di anomalie, inclusi mutazioni, errori cromosomici, rotture delle catene del DNA, e cambiamenti strutturali nel materiale genetico delle cellule del sangue dette linfociti. Nessuno dei test ha mostrato alcun effetto dovuto alla RF salvo la prova dei micronuclei, che rivela eventuali difetti strutturali del materiale genetico. Le cellule in questa prova hanno mostrato cambiamenti dopo l'esposizione a RF , ma solo dopo 24 ore di esposizione. E' possibile che esponendo le cellule di prova alla radiazione così a lungo ne abbia provocato un riscaldamento. Dato che è noto che questa prova risente del riscaldamento, è possibile che il solo calore abbia provocato le anormalità riscontrate. I dati già disponibili in letteratura sulla risposta della prova dei micronuclei alla RF sono contraddittori. Perciò è necessario proseguire con la ricerca. [Tice e altri, Tests of mobile phone signals for activity in genotoxicity another laboratory assays. In: Annual Meeting of the Environmental Mutagen Society; 29 March 1999, Washington, D.C.; e comunicazioni personali sui risultati non pubblicati]."
"In uno studio controllato effettuato in ospedale, alcuni ricercatori hanno cercato un'associazione fra l'uso di telefonini e il glioma (un tipo di tumore al cervello) o il neuroma acustico (un tumore benigno della guaina mielinica). Non si è trovata alcuna associazione statisticamente significativa fra l'uso del telefonino e il neuroma acustico. Non c'era nemmeno alcuna associazione fra l'uso del telefonino e il glioma se si consideravano tutti insieme i tipi di glioma. Occorre notare che la durata media di esposizione al telefonino in questi studi era inferiore ai tre anni. Considerando separatamente 20 tipi di glioma, comunque, si è trovata un'associazione fra l'uso del telefonino e un raro tipo di glioma, i tumori neuroepiteliomatosi. E' possibile che a causa della comparazione multipla applicata allo stesso campione questa associazione si sia prodotta per caso. Per di più, il rischio non cresceva in funzione di quanto spesso veniva usato il telefonino né della durata delle chiamate. In realtà, il rischio diminuiva con l'aumento delle ore di uso del telefonino. Per la maggior parte delle sostanze cancerogene il rischio aumenta con l'aumento dell'esposizione. Uno studio in corso da parte del National Cancer Institute dovrebbe chiarire l'accuratezza e la ripetibilità di questi risultati. [Muscat e altri, Epidemiological Study of Cellular Telephone Use e Malignant Brain Tumors. In: State of the Science Symposium;20 June 1999; Long Beach, California.]"
Stranamente, la descrizione fatta dall' FDA del lavoro di Tice e colleghi non concorda completamente con i loro riassunti pubblicati [102, 103]. I riassunti dichiarano che sono stati fatti cinque differenti test di genotossicità con SAR di 1, 2.5, 5 e 10 W/kg , sia con un segnale analogico a 837 MHz che con uno digitale a 1900 MHz; e che nessuno dei test ha mostrato aumenti nei danni al DNA, aumento di frequenza di micronuclei, aumento di mutazioni genetiche o di danni cromosomici.

15H) Che cosa ha detto la commissione indipendente di esperti britannica ("Commissione Stewart")  riguardo alla sicurezza delle stazioni trasmittenti per telefonia mobile?

Nel maggio del 2000, una speciale commissione in GB, il  "Gruppo indipendente di esperti in telefonia mobile" (anche nota come "Commissione Stewart") ha emesso un rapporto sulle questioni legate alla sicurezza della telefonia mobile [128]. Il testo completo è disponibile in rete presso: http://www.iegmp.org.uk/IEGMPtxt.htm.

Sulla questione generale della sicurezza della radiazione in radiofrequenza, il gruppo indipendente di esperti britannici ha concluso che:

"L'analisi delle prove disponibili ad oggi suggerisce che l'esposizione  a radiazioni in radiofrequenza al di sotto dei valori previsti da NRPB [14] e ICNIRP [6] non provoca effetti negativi sulla salute della popolazione esposta." [Section 1.17]
"Ci sono comunque ora dei dati scientificamente provati che suggeriscono che potrebbero verificarsi effetti biologici anche con esposizioni a valori inferiori a quelli prescritti. Questo non significa necessariamente che questi effetti portino a danni o malattie, ma è un'informazione potenzialmente importante..." [Section 1.18]
Questi "nuovi dati scientifici" cui la Commissione Stewart fa riferimento sono in sostanza gli studi sui tempi di reazione di Preece e altri [97] e Koivisto e altri [117] che sono discussi in Q19C, e gli studi di dePomerai e altri [127] che suggeriscono che l'esposizione di nematodi a livelli di radiazione "non termici" possono portare a sintomi da danni termici alle proteine.

Riguardo alle stazioni trasmittenti per telefonia mobile, il gruppo di esperti britannici conclude che:

"La somma delle prove raccolte indica che non c'è un rischio per la salute della popolazione che vive nei pressi di trasmittenti nella misura in cui l'esposizione prevedibile è una piccola frazione dei limiti di norma." [Section 1.33]
Comunque, il gruppo di esperti britannico è stato assai critico nei confronti dei criteri seguiti per la localizzazione degli impianti trasmittenti nel Regno Unito, e ha raccomandato che:
"...la localizzazione di ogni nuova tramittente dovrebbe essere soggetta ad un corretto processo di pianificazione." [Section 1.36]
"...vanno sviluppati dei protocolli, di concerto con industria e consumatori,che servano di base per la pianificazione e che devono essere regolarmente e apertamente seguiti prima che venga dato il permesso per la costruzione di un nuovo impianto." [Section 1.37]
"[i protocolli dovrebbero comprendere] dei requisiti per il coinvolgimento del pubblico, una verifica da parte delle autorità sanitarie e un chiaro ed aperto sistema di documentazione facilmente accessibile al pubblico." [Section 1.38]
"...occorre programmare  verifiche statistiche e independenti su tutte le stazioni trasmittenti per assicurare che i limiti di esposizione non siano superati al di fuori delle zone di esclusione segnalate... e che la verifica iniziale alle antenne situate presso scuole sia fatta con particolare attenzione..." [Sections 1.40 and 1.41].
Specificamente, nei riguardi delle scuole il gruppo indipendente britannico ha raccomandato anche che:
"...[per] le antenne piazzate all'interno di edifici scolastici,  che il raggio di massima intensità non cada in alcun punto all'interno degli edifici o dei terreni annessi se non previa accordo della scuola e dei genitori. Simili considerazioni dovrebbero valere per antenne trasmittenti prossime ai complessi scolastici." [Section 1.42].
Probabilmente la raccomandazione più controversa fatta dal gruppo indipendente britannico si riferisce più ai telefoni che alle antenne trasmittenti, in quanto raccomandano che:
"...i guidatori dovrebbero essere dissuasi dall'uso di telefoni, anche vivavoce, durante il viaggio." [Section 1.22]
e che:
"...l'uso generalizzato di telefonini da parte di bambini per chiamate non essenziali dovrebbe essere scoraggiato e... che l'industria della telefonia mobile dovrebbe astenersi dal promuovere l'uso di telefonini da parte dei bambini." [Section 1.53].
La raccomandazione di scoraggiare l'uso dei telefonini da parte dei bambini è basata in gran parte sullo studio sugli effetti sull'apprendimento di Preece e altri [97] e Koivisto e altri [117] e sul "principio di precauzione" adottato dall'Unione Europea [129].
Questa raccomandazione è stata criticata sotto molti aspetti:

16) Ci sono studi epidemiologici che dimostrano che l'esposizione a RF é sicura?

Si e no. Mentre non ci sono stati studi epidemiologici su cancro e antenne per telefonia mobile, ci sono stati studi su cancro e esposizione ad altri tipi di onde radio. Per una rassegna recente vedi Elwood [94].

In generale, gli studi epidemiologici su cancro e onde radio non hanno mostrato correlazioni significative fra l'esposizione e il cancro. Gli studi comprendono:

- studi su "grappoli di tumori".

Gli studi di correlazione geografica (vedi Q15B, Q15D e Elwood [94]) stimano l'intensità delle onde radio in determinate aree ed operano una correlazione fra queste stime e la frequenza di malattie in dette aree. Anche quando sono progettati con accuratezza, gli studi di correlazione geografica sono considerati indicativi e non vengono usati per determinare un rapporto di causa ed effetto.

La notizia di grappoli di tumori fornisce scarse informazioni pratiche. I passi fondamentali nel valutare le notizie di grappoli sono:

Generalmente comunque questi passi non sono stati seguiti negli studi sulle onde radio, e le notizie di "grappoli di tumori " sono sostanzialmente prive di valore nel determinare se l'esposizione a onde radio sia causa di tumori (vedi Elwood [94] per dettagli su questi studi).

La maggioranza degli studi sull'esposizione occupazionale alle onde radio ha carenze nella determinazione dell'esposizione, perché per stimare il livello di esposizione sono stati usati il settore d'impiego e il tipo di lavoro svolto; cioè, gli effettivi livelli di esposizione non sono noti.

Ci sono tre studi epidemiologici che vengono generalmente considerati progettati e condotti in modo accettabile, di dimensione adeguata, e sufficiente estensione nel tempo: Robinette e altri [67], Hill [68] e Milham [69]  , e Morgan e altri [118]]. Questi tre studi non mostrano associazioni statisticamente significative fra l'esposizione a onde radio né con il cancro in generale né con alcun specifico tipo di tumore.

Gli altri studi di progettazione accettabile (Lilienfeld e altri [70], Lagorio e altri [71], Muhm [72], Tynes e altri [73], Grayson e altri [33],Thomas e altri [105] , e Dreyer e altri [122])) hanno maggiori limitazione nella determinazione dell'esposizione, nell'accertamento dei casi o nell'estensione temporale; neanche questi comunque suggeriscono che l'esposizione alle onde radio aumenti il rischio di cancro in generale o di qualche specifico tipo di cancro.

Szmigielski [79] ha studiato personale militare polacco che potrebbe essere stato esposto a onde radio. Lo studio riporta che l'incidenza di tumori di tutti i tipi, tumori al cervello, leucemie e linfomi è elevata nel personale esposto. Poiché i metodi di raccolta e analisi dei dati sono descritti in modo insufficiente o inadatti, e poiché la determinazione dell'esposizione alle onde radio è assolutamente insufficiente, il rapporto non soddisfa i requisiti minimi di accettabilità di uno studio epidemiologico. Elwood [94] conclude anche che i metodi usati nello studio di Szmigielski potrebbero comportare un errore sistematico "che ci si dovrebbe aspettare che produca un aumento nel rischio relativo calcolato per tutti i tipi di tumori ".

Nel 1996, Rothman e altri [121] hanno pubblicato uno studio che esaminava le cartelle cliniche di oltre 250,000 utenti di telefonini. Essi non hanno trovato differenze nella mortalità fra utenti di telefonini (le cui antenne sono poste vicino alla testa) e quelli di telefoni mobili (le cui antenne sono montate su un veicolo). In un aggiornamento dello studio del 1999 [122], lo stesso gruppo ha esaminato specifiche cause di morte fra circa  300,000 utenti di telefonini in diverse cittànegli U.S.A.. I ricercatori non hanno trovato differenza nell'incidenza di tumori in generale, di leucemie e di tumori al cervello fra gli utenti di telefonini e quelli di telefoni mobili. L'unica causa specifica di morte che si associava con gli utennti di telefoni mobili era quella legata ad incidenti stradali.

Ad oggi, un solo studio con gruppo di controllo ha valutato l'incidenza del cancro in utenti di telefonini. Hardell e altri [100A, 100B] hanno condotto uno studio sui tumori al cervello negli utenti svedesi di telefonini, come parte di un più ampio studio sulle possibili cause di questi tumori (altre possibili cause valutate comprendevano l'occupazione, la radioterapia, la radiazione diagnostica, e l'esposizione ad una vasta gamma di sostanze chimiche).L'esposizione veniva misurata tramite questionari, e l'analisi era basata sull'uso di telefonini (l'uso di vivavoce e di telefoni mobili installati in auto con antenna esterna non erano considerati"esposizione"). Non è stato trovato alcun aumento di incidenza di tumori al cervello legato all'uso di telefonini, digitali o analogici, e non è stata rilevata alcuna correlazione fra esposizione e risposta (vedi figura sotto). Quando l'analisi è stata ristretta a tumori temporali, occipitali e temporoparietali sullo stesso lato del cervello su cui veniva dichiarato l'uso del telefonino, si è trovato un aumento di incidenza statisticamente non significativo. Questo aumento è stato rilevato per i telefonini analogici ma non per quelli digitali [100A].
 

Tumori al cervello in utenti di telefonini

Brain Cancer in Cell Phone Users
Rischio relativo di tumore al cervello in utenti di telefonini dallo studio epidemiologico di Hardell e altri [100]. Il numero di casi esaminati è mostrato in parentesi. I telefoni analogici sono a 450 (NMT 450) o 900 MHz; i digitali sono GSM. Le ultime 4 righe tengono conto del lato della testa al quale veniva accostato il telefono La linea in rosso è probabilmente quella più importante nella determinazione del rischio di tumore, dato che si riferisce ad un uso intensivo e di lungo periodo.

In uno studio pubblicato all'inizio del 2000, Morgan e colleghi [118] hanno studiato tutte le maggiori cause di morte (con particolare attenzione ai tumori al cervello, ai linfomi e alle leucemie) nei dipendenti della Motorola, un fabbricante di prodotti per telecomunicazione via radio. In base al tipo di impiego i lavoratori sono stati divisi in gruppi ad alto rischio, rischio moderato, basso e nullo (fattore di rischio di riferimento). Per i lavoratori a rischio alto o moderato non è stato trovato alcun aumento nell'incidenza di tumori al cervello, linfoma o leucemia.Gli effettivi valori di picco o medi dell'esposizione non sono noti.

La mancanza di associazione fra l'esposizione a onde radio e il cancro in generale, e la mancanza di associazioni solide fra l'esposizione a onde radio e specifici tipi di tumore, suggerisce che è improbabile che le onde radio abbiano una forte influenza sul cancro.

Nella sua recente rassegna della documentazione sull'epidemiologia della RF, Elwood [94] concludeva che:

Sono state segnalate numerose associazioni che suggeriscono un aumento di rischio per alcuni tipi di tumori per coloro che potrebbero essere stati maggiormente esposti a emissioni RF. Comunque i risultati sono contraddittori; non c'è alcun tipo di tumore che sia stato associato in modo coerente con l'esposizione a RF. I dati epidemiologici sono insufficienti, sia come consistenza sia come coerenza, a raggiungere l'evidenza necessaria per concludere ragionevolmente che la emissione RF sia una causa probabile di uno o più tipi di cancro nell'uomo. L'evidenza è debole a causa dell'incoerenza dei risultati, dell'inadeguata progettazione degli studi, della mancanza di rilevazione dettagliata dell'effettiva esposizione, e della limitata capacità degli studi di tener conto di altri fattori probabilmente di rilievo. In alcuni studi poi sono probabili distorsioni nell'uso dei dati.


17) E' possibile che le onde modulate usate nelle trasmissioni producano effetti diversi da quelle continue (CW) usate nella maggior parte degli studi di laboratorio?

E' possibile, ma non ci sono prove confermate dell'esistenza di tali effetti. E' stato suggerito che la radiazione RF con onde modulate in ampiezza (AM) potrebbero avere effetti diversi da quella con onde continue (CW, non modulate).Questo potrebbe essere importante, dato che le antenne trasmittenti per telefonia mobile e i telefonini producono un segnale modulato, e la maggior parte delle ricerche sono state effettuate con sorgenti di onde non modulate.

Questo aspetto è stato verificato in dettaglio da Juutilainen e de Seze [90], che hanno concluso che:

"La letteratura relativa ai possibili effetti biologici delle onde radio in AM consiste in osservazioni sparse basate su una grande varietà di modelli sperimentali e di parametri di esposizione... Molti studi hanno riportato risultati che non escludono effetti sul sistema nervoso e sui processi biologici legati al cancro. Tuttavia, i metodi e i parametri di esposizione variano notevolmente, e non ci sono notizie di ripetizione indipendente dei risultati positivi. I risultati disponibili ad oggi non sono in grado di provare l'esistenza di bioeffetti ben definiti dovuti all'esposizione a onde radio e legati alla modulazione delle onde stesse."



18) Ci sono gruppi di persone (quali vecchi o bambini) che sono più sensibili agli effetti delle onde radio?

E' possibile. Alcuni gruppi all'interno della popolazione potrebbero essere più sensibili di altri agli effetti delle onde radio, ma tali gruppi in realtà non sono stati individuati. La possibile esistenza di tali gruppi è una delle ragioni principali per il margine di sicurezza addizionale di 5 volte aggiunto alle linee guida per l'esposizione del pubblico (vedi Q9).




19) Le antenne trasmittenti per telefoni cellulari e PCS influiscono sui pacemaker, causano mal di testa, ecc.?

Benché sembri che la principale preoccupazione del pubblico riguardo agli effetti sulla salute delle antenne trasmittenti per telefonia mobile sia la possibilità di un legame con il cancro (vedi Q21 e Q23C-Q23E), periodicamente spuntano altre questioni legate alla salute. Particolarmente comuni sono domande relative all'interferenza con i pacemaker (coperte in Q19A). Questa sezione copre anche questioni meno comuni. La possibilità di un legame con aborti e difetti di nascita sono esaminate in Q22.




19A) Le antenne trasmittenti per telefoni cellulari o PCS influiscono su apparecchi medicali come i pacemaker?

No. Non c'è alcuna prova che le antenne trasmittenti per telefonia cellulare influiscano su pacemaker o altri protesi elettroniche, almeno finché i livelli di esposizione si mantengono al di sotto dei limiti ANSI per esposizione non professionale (vedi Q8 e Q12).

E' possibile che i telefonini stessi interferiscano con i pacemaker se l'antenna è piazzata direttamente sul pacemaker stesso. Il problema è stato segnalato solo per alcuni tipi di telefonino e alcuni tipi di pacemaker [46].




19B) I telefoni cellulari o le trasmittenti relative provocano mal di testa?

Non ci sono ragioni per supporlo. Ci sono notizie aneddotiche che i telefonini causino mal di testa (vedi Frey [48], e la discussione di Mild e altri e di Sandstrom e altri [25] in Q23). Non ci sono stati studi epidemiologici seri sulla questione, e non ci sono basi reali biofisiche o fisiologiche per aspettarsi un legame.




19C) I telefoni cellulari o le trasmittenti relative provocano dei cambiamenti fisiologici nelle persone?
 

Ci sono notizie non confermate riguardo a questo.
Alcuni studi suggeriscono che la radiazione RF da telefonini potrebbe provocare sottili cambiamenti fisiologici o comportamentali. Comunque, nessuno di questi studi offre prove sostanziali che le stazioni trasmittenti potrebbero rappresentare un pericolo per la salute:

- Braune e altri [82] hanno riportato che dei volontari usando un telefonino PCS da 2 W per 35 minuti hanno avuto un aumento della pressione sanguigna di 5-10 mm Hg. Lo studio è limitato e non cieco, e del resto non sono note conseguenze sulla salute per aumenti di pressione di questa entità.

-Eulitz e altri [84] hanno riportato che i telefoni cellulari possono alterare l'attività elettrica del cervello. Comunque, l'effetto potrebbe essere falsato da un'interferenza della RF con i conduttori dei segnali per l' EEG.

-Freude e altri [111] hanno esposto volontari umani a RF da un telefonino GSM a 916 Mhz e 350 mW GSM . Si sono rilevate leggere variazioni nell' EEG che "non indicano alcuna influenza sulle prestazioni del cervello, sul benessere o sulla salute"

- Mann e Röschke [113] hanno riportato che l'esposizione a segnali da telefonino provoca leggere variazioni nella struttura del sonno, ma uno studio successivo sullo stesso gruppo [115] non ha trovato tracce di questo effetto. In uno studio più recente, Borbély [110] ha riportato che l'esposizione a un segnale di telefonino a 1 W/kg potrebbe provocare leggere variazioni nella struttura del sonno.

- De Seze e altri [113] hanno riportato che l'esposizione di volontari a RF da telefonini non aveva effetto sulla secrezione notturna di melatonina. Effetti sulla melatonina erano stati suggeriti come meccanismo con il quale i campi delle linee elettriche potrebbero influire sulla salute (see note 4).

- Wang e Lai [109] hanno riportato che ratti esposti a radiazione in radiofrequenza pulsata a 2450 MHz mostravano "difetti nella memoria a lungo termine". Le cavie esposte a RF erano più lente di quelle normali ad imparare a muoversi in un labirinto. Le cavie erano state esposte a RF sull'intero corpo per 1 ora/giorno. Il SAR medio era di 1.2 W/kg con picchi di 3-4 W/kg. Il segnale è completamente differente da quello prodotto da una stazione trasmittente e il SAR di picco può essere stato abbastanza alto da provocare stresse termico. L'intensità di esposizione (SAR) era 15 volte maggiore dello standard FCCtper l'esposizione non professionale sull'intero corpo. Nel 2000 Sienkiewicz e altri [120] hanno condotto un esperimento simile su topi (ma usando un segnale e una densità di potenza che simulava una stazione trasmittente digitale per telefonini europea) e non hanno rilevato alcun effetto sul comportamento nei labirinti.

-Nel 1999, Preece e altri [97] hanno riportato che l'esposizione di volontari a radiazione RF da telefonini potrebbe diminuire i tempi di reazione. La notizia è stata amplificata dalla stampa, ma lo studio effettivo non è particolarmente interessante:

Uso di telefonini e tempo di reazione

Cell Phone Use and Reaction Time
Dati sui tempi di reazione da Preece e altri [97].Sono mostrati i tempi di reazione per sette separati tipi di test. Il segnale "analogico" era un'onda sinusoidale a 915 MHz. Il segnale "digitale" era un'onda sinusoidale a 915 MHz modulata con un'onda quadra a 217 Hz. Secondo gli autori, il test di scelta mostrava nel gruppo esposto tempi sensibilmente inferiori a quello di controllo, ma nessun altra differenza era risultata statisticamente significativa.

All'inizio del 2000, Koivisto e altri [117] hanno riportato uno studio su volontari umani sottoposti a una RF a 902 MHz da un telefonini digitale (GSM) da 250 mW  e ad una batteria di 12 test sui tempi di reazione. Per un test, l'esposizione ridusse (cioè migliorò) il tempo richiesto da 517±48 a 492±42 msec, altri due test  mostrarono miglioramenti meno significativi. Gli altri 9 test non hanno mostrato risultati significativi. Per il test in cui Preece e altri [97] trovarono un effetto per il segnale analogico questo studio non ha trovato effetti per un segnale digitale.I testi che mostrano effetti sono considerati test della funzione cognitiva. Gli autori commentano che "Questo studio non autorizza conclusioni sui possibili effetti a lungo termine dell'uso di telefonini sulla funzione cognitiva o sulla salute." Gli autori suggeriscono che l'effetto potrebbe essere termico.

Per una rassegna aggiornata sugli effetti sul comportamento della radiazione RF vedi D'Andrea [96]




20) Le onde radio hanno effetti biologici?

Si. Se l'esposizione è sufficientemente intensa, le onde radio possono causare effetti biologici. I danni possibili includono cataratta, scottature della pelle, scottature profonde, spossamento da calore e colpi di calore. La maggior parte, se non la totalità, degli effetti biologici noti dovuti all'esposizione a sorgenti di onde radio ad alta potenza è dovuta al riscaldamento indotto [20]. Gli effetti di questo riscaldamento spaziano da disturbi del comportamento a danni agli occhi (cataratta) [vedi rif. in 1, 5, 6, 714, 53, 83 e 90]. Tranne forse a pochi decimetri di distanza dalle antenne stesse [18], la potenza emessa dalle antenne trasmittenti per telefonia mobile è troppo bassa per causare riscaldamento.

Ci sono state segnalazioni sparse di effetti [21] che sembrano non essere attribuibili al riscaldamento, i cosiddetti effetti non termici [20]. Nessuno di questi effetti è stato replicato indipendentemente, e nessuno ha legami evidenti con rischi per la salute.




21) Esistono prove confermate che le onde radio possono provocare tumori?

No. Anche ad elevati livelli di esposizione, non c'è nessuna evidenza sostanziale che le onde radio possano causare o favorire il cancro (per un'opinione contraria vedere le notizie discusse in Q15B e Q15C). Benché la ricerca in questo campo sia stata molto estesa, non esistono prove di laboratorio confermate né prove epidemiologiche che le onde radio a livelli di potenza analoghi a quelli cui può essere esposto il pubblico a causa di antenne per telefonia mobile siano associate al cancro [vedi rif. in 1, 5, 6, 7, 14, 74 e 83 per dettagli].

Ci sono due recenti rapporti di test di laboratorio in base ai quali l'esposizione a RF potrebbe causare il cancro, o lesioni di tipo canceroso, su animali. Questi studi sono discussi in Q23C e Q23E. Entrambi gli studi impiegano livelli di RF ben al di sopra di quelli riscontrabili in aree accessibili al pubblico vicino ad antenne trasmittenti, e nessuno dei due è stato ripetuto per conferma.

Gli studi epidemiologici sulla RF non mostrano nessuna associazione coerente con il cancro in generale né con alcun particolare tipo di cancro (vedi Q16).




22) Esiste qualche prova che le onde radio possano provocare aborti o difetti alla nascita?

Indirettamente, si. L'esposizione a livelli di onde radio sufficienti a produrre il riscaldamento dell'intero corpo può provocare aborti o difetti alla nascita. La potenza emessa dalle antenne trasmittenti per telefonia mobile è di gran lunga troppo bassa per provocare tale riscaldamento. Non esistono assolutamente prove di laboratorio o epidemiologiche che le onde radio a livelli di potenza dell'ordine di quelli cui è sottoposto il pubblico a causa delle antenne per telefonia mobile siano associate con aborti o difetti di nascita [vedi rif. in 1, 5, 6, 7 e 14 per dettagli].

 Vedi anche la discussione di Bastide e altri [26] in Q23A.




23) Che cosa sostengono i più recenti studi scientifici su onde radio e salute?

C'è un costante flusso di nuove informazioni. Questa sezione cercherà di riassumere tali nuove informazioni. Agli studi che hanno destato maggiore attenzione vengono dedicate sezioni apposite, come per gli studi epidemiologici discussi in Q15B, Q15C, Q15D e Q15E, lo studio sui topi discusso in Q23C e Q23D, e gli studi sulle rotture delle catene del DNA discussi in Q23E.




23A) Che cosa dicono i più recenti rapporti di congressi scientifici ?

Al congresso del 1998 della Bioelectromagnetics Society (BEMS), il principale congresso dove sono stati discussi gli effetti biologici e sulla salute delle onde radio, sono state presentate numerose pubblicazioni che trattavano delle onde radio e/o dei telefonini. Similarmente, al 2° Congresso Mondiale sull'Elettricità e il Magnetismo nella Medicina e nella Biologia nel giugno 1997, sono state presentate numerose pubblicazioni sugli stessi argomenti. Nessuna di queste pubblicazioni riportava risultati confermati che potrebbero suggerire che l'esposizione a onde radio ai livelli consentiti dalle norme ANSI 1992 [5] potrebbero presentare un qualsiasi rischio per la salute.

Alcuni rapporti trattavano della questione dei livelli di radiazione RF attribuibili ai telefonini stessi. Fra questi:

- Santani e altri [22]: l'esposizione a RF da telefonini digitali Europei (GSM) (e per analogia da quelli USA ) è risultata maggiore al momento del collegamento per una chiamata, e quando l'utente si trovava in zone di segnale debole.

Alcuni rapporti trattavano questioni sulle interferenze elettromagnetiche, ma nessuno di questi aggiungeva molto alle informazioni contenute nella pubblicazione di Hayes e altri [46].

Fra gli studi biologici riportati al congresso BEMS del 1998, quelli di possibile rilevanza con la questione degli effetti delle onde radio sulla salute erano: 

- Mild e altri e Sandstrom e altri [25]: Uno studio epidemiologico sugli utenti di telefonini in Svezia riportava che gli utenti del vecchio sistema analogico (simile a quello cellulare USA) denunciavano più mal di testa rispetto agli utenti del nuovo sistema digitale (simile al PCS USA). Non c'era un gruppo di controllo di non utenti perché i ricercatori hanno scoperto che era "assolutamente impossibile trovare gruppi di controllo " che avessero analoghi stili di vita ma non ma non usassero telefonini. 

- Bastide e altri [26]: E' stato riscontrato un incremento di mortalità in embrioni di pollo esposti a RF da telefonini per 21 giorni di fila. L'esposizione era di 24 ore al giorno, usando telefonini da 2 W (in confronto ai 0.4-0.6 W usato dalla maggior parte dei telefonini USA) piazzati a 1 cm dalle uova. Non erano riportati l'intensità di potenza né il SAR, e non si può trascurare l'effetto del riscaldamento.




23B) Che cosa dicono i più recenti rapporti sui giornali scientifici?

Le pubblicazioni relative, verificate dalla comunità scientifica, apparse fra il 1997 e il 1999 comprendono:

- Dolk e altri [34 e 35]: Uno studio di correlazione geografica del cancro discusso in Q15D.
- Repacholi e altri [37]: Uno studio sul linfoma nei topi discusso in Q23C.
- Vijayalaxmi e altri [41]: Uno studio sulla genotossicità cellulare discusso in Q23E.
- Cain e altri [42]: Uno studio sulla genotossicità cellulare discusso in Q23E.
- Toler e altri [45]: Uno studio sulla cancerogenicità negli animali discusso in Q23D.
-.Malyapa e altri [49]: Tre articoli che descrivono i tentativi di confermare gli studi di Lai e Singh [31] discussi in Q23E.
- Frei e altri [44]: Uno studio sulla cancerogenicità negli animali discusso in Q23D.
- McKenzie e altri [49]: Un tentativo di replicare lo studio di correlazione geografica di Hocking e altri [28] discusso in Q15B.
- Lagorio e altri [71]: Uno studio di epidemiologia occupazionale discusso in Q16.
- Imaida e altri [63]: Uno studio sulla promozione del tumore al fegato discusso in Q23D.
- Braune e altri [82]: Alcuni volontari usando telefonini mostrano un incremento della pressione anguigna. Vedi Q19C.
- Kwee e Rasmark [76]: L'esposizione a RF a 960 MHz (SAR = 0.00002-0.002 W/kg) ha causato una lieve diminuzione della crescita in cellule umane coltivate (vedi ulteriore discussione in Q15F).
- Antonopolous e altri [75]: Uno studio sulla crescita delle cellule e sulla genotossicità discusso in Q23E.
- Phillips e altri [78]: Uno studio sulla genotossicità cellulare discusso in Q23E e Q15F.
- Verschaeve e Maes [80]: Una rassegna degli studi sulla genotossicità della RF discussa in Q23E.
- Brusick e altri [81]: Una rassegna degli studi sulla genotossicità della RF discussa in Q23E.
- Eulitz e altri [81]: Alcuni volontari usando telefonini mostrano variazioni nell'attività cerebrale. Vedi Q19C.
- Goswami e altri [87] hanno riportato che una radiazione RF a 835-848 MHz RF con un SAR di 0.6 W/kg non ha causato un segnale generale di stress in colture di cellule di mammifero.
- Chagnaud e Veyret [91] hanno riportato che l'esposizione di ratti a un segnale di telefonino a 900 MHz e 0.05/0.2 mW/cm² (SAR di 0.075 e 0.27 W/kg) non ha avuto effetti sul loro sistema immunitario.
- Moulder e altri [95]: Una rassegna delle prove di una associazione causale fra la radiazione RF di telefonini e il cancro.
- D'Andrea [96]: Una rassegna sugli effetti della radiazione RF sul comportamento.
- Preece e altri [97]: Effetti della RF sulle funzioni cerebrali discussi in Q19C.
- Hardell e altri [100]: Nessun aumento di incidenza di tumori cerebrali in utenti di telefonini, discusso in Q16C.
- Adey e altri [24]: Nessun aumento di incidenza di tumori cerebrali in ratti esposti per tutta la vita a RF pulsante. Vedi Q23D.
Higashikubo e altri [107]: L'esposizione di ratti con tumori al cervello a RF non ha avuto alcun effetto sulla crescita dei tumori. Vedi Q23D.
De Seze e altri [108]: L'esposizione di volontari umani a RF non ha avuto alcun effetto sulla produzione di melatonina. Vedi Q19C.
Wang e Lai [109]: L'esposizione di ratti a RF ad alta intensità ha avuto effetti sulla capacità di imparare a muoversi nei labirinti. Vedi Q19C.
Borbély e altri [110]: Studio sugli effetti della esposizione a RF sul sonno nell'uomo. Vedi Q19C.
Freude e altri [111]: Studio sugli effetti dell'esposizione a RF sul funzionamento del cervello umano. Vedi Q19C.
Mann e Röschke: [113]: Studio sugli effetti dell'esposizione a RF sul sonno nell'uomo. Vedi Q19C.
Wagner e altri: [115]: Studio sugli effetti dell'esposizione a RF sul sonno nell'uomo. Vedi Q19C.




23C) Che cosa si sa su una nuova notizia riguardo al fatto che l'esposizione a radiazione da telefonini provoca tumori nei topi?

Uno studio del 1997 [37] riporta che topi geneticamente predisposti al linfoma, esposti per 18 mesi a campi di radiofrequenza del tipo usato dai telefonini digitali, intensi ma intermittenti, hanno un incremento nell'incidenza di linfomi. Non è stato trovato alcun aumento di incidenza per altri tipi di tumori. Le intensità di campo applicate sono superiori a quelle ammesse dalle norme ANSI/IEEE per l'esposizione non professionale (Q8), e sono molto al di sopra dei valori che si trovano nelle aree accessibili al pubblico in prossimità delle antenne trasmittenti per telefonia mobile [16].

Benché questo studio sia molto interessante, il suo impatto sulla regolamentazione dell'esposizione a RF per il pubblico non è assolutamente chiaro:

  1. Da questo studio non è possibile determinare se i linfomi possono essere indotti in animali normali (cioè non modificati geneticamente per essere predisposti al linfoma) dall'esposizione a RF.
  2. Da questo studio non è possibile determinare se altri tipi di tumori possono essere provocati dall'esposizione a RF.
  3. Da questo studio non è possibile determinare quale livello di esposizione sia richiesto per provocare il linfoma in questi topi.
Chiaramente lo studio dovrà essere ripetuto sia con topi predisposti al linfoma sia con topi normali. Se l'effetto potrà essere ripetuto, sarà importante stabilire la relazione fra dose e effetto per l'induzione del linfoma, e determinare se l'effetto si verifica per altri tipi di tumori e/o per altre specie animali.

Vedere le note tecniche per il riferimento [37], le citazioni dal riassunto dell'autore [38], le citazioni dalla discussione dell'autore [39], e per ulteriori dettagli tecnici [40].

Numerose domande sono state ripetutamente fatte riguardo a questo studio

No. Prima che questo studio possa essere associato a una dichiarazione di rischio per l'uomo:
- deve essere riprodotto
- deve essere fatto uno studio simile con topi normali (non modificati)
- deve essere nota la relazione fra l'esposizione e gli effetti
- deve essere studiata l'induzione di altri tipi di tumori
Quando si vuol sapere se qualche agente può provocare il cancro, normalmente si parte con un gruppo di cavie particolarmente sensibile e con una dose elevata dell'agente. Questo massimizza la possibilità di rilevare qualche effetto. Se in questo modo non si rileva alcun effetto, si può ragionevolmente confidare che l'agente non provochi il cancro. Se si trova un incremento di tumori, si deve determinare se questo succede anche con cavie normali e/o con dosi più ragionevoli. Se si inizia prima con cavie normali e dosi basse e non si trovano incrementi di tumori, si devono ancora fare le prove con cavie predisposte e dosi elevate.

Un problema ulteriore legato all'impiego di topi normali e basse dosi di RF per studiare l'induzione di linfomi, è che il linfoma è raro nei topi normali (un incidenza dell'1-3% in tutta la vita). Per scoprire un aumento del 50% di questa incidenza normale occorrerebbe impiegare più di 2000 topi.


Ci sono almeno 10 altri studi di esposizione a lungo termine di roditori a radiazione in radiofrequenza. Nessuno di questi studi ha impiegato topi predisposti al linfoma e nessuno ha riportato incrementi di linfomi. Vedi Q23D per dettagli.
Una differenza nell'incidenza di tumori fra animali normali e animali geneticamente alterati per renderli predisposti al cancro non è inaspettata, mentre altri studi (ad esempio, Johnson [112]) hanno dimostrato che le cavie geneticamente alterate spesso mostrano risposte differenti dagli animali normali nei test di controllo dei cancerogeni.

Non è facile sottoporre cavie a un livello uniforme di RF. Se gli animali non sono costretti in gabbie, la dose di RF (il SAR [8]) varia con la posizione della cavia, il suo orientamento rispetto all'antenna, la presenza di altre cavie, e le dimensioni dell'animale. Per ottenere dosi di RF ben definite, le cavie devono essere confinate in contenitori ristretti, e la manipolazione quotidiana e l'isolamento richiesti possono produrre di per sé effetti biologici. Anche in queste condizioni, il SAR può cambiare man mano che l'animale cresce. In pratica, lo sperimentatore ha due scelte: lasciare gli animali liberi con un disturbo minimo ed accettare una dosimetria incerta, o ottenere una dosimetria precisa e rischiare risultati falsati dalla manipolazione e dal confinamento. Ciascuna scelta è suscettibile di critiche.



23D) Qualcun altro ha esposto roditori a radiazioni da telefonino per verificare se sviluppavano tumori?

Ci sono almeno altri 10 studi sull'esposizione a lungo termine di roditori a RF.

- Nel 1971, Spalding e altri [64] hanno pubblicato uno studio su topi che erano stati esposti a RF a 800-MHz per 2 ore/giorno, 5 giorni/settimana, per 35 settimane a una SAR di 13 W/kg. La vita media del gruppo esposto a RF era leggermente più lunga di quella del gruppo di controllo, ma non in misura significativa (664 giorni contro 645).

- Nel 1982 Szmigielski e altri [65] hanno pubblicato uno studio su topi che erano stati esposti a RF a 2450-MHz per 2 ore/giorno, 6 giorni/settimana, per 6 mesi. I livelli di esposizione erano di 2-3 e 6-8 W/kg. Il gruppo di controllo includeva animali irradiati in modo simulato e animali sottoposti a "stress da confinamento". Sia l'esposizione a RF sia lo stress da confinamento accelerava significativamente l'apparizione di tumori alla pelle (chimicamente indotti) e di tumori al seno (chimicamente indotti). La dosimetria di questo studio è criticabile, e sembra probabile che i topi esposti alla dose più alta fossero soggetti a riscaldamento in misura fisiologicamente significativa.

- Nel 1988 Saunders e altri [98] hanno pubblicato uno studio su topi maschi che erano stati esposti a radiazione RF a 2450-MHz (intensità di potenza di 10 mW /cm² e SAR di 4 W/kg) per 6 ore al giorno per un totale di 120 ore su un periodo di 8 settimane. Alla fine del periodo di esposizione i topi sono stati accoppiati a femmine non esposte. Non c'è stata alcuna riduzione significativa del tasso di gravidanze, né c'è stato alcun aumento di malformazioni letali. L'esame delle cellule seminali non ha mostrato aumenti di aberrazioni cromosomiche. Gli autori concludono che "non c'è alcuna prova in questo esperimento che dimostri che l'esposizione cronica di topi maschi a radiazione a microonde a 2450-MHz induca un effetto mutageno".

- In 1994 Liddle e altri [66] hanno pubblicato uno studio che esaminava gli effetti di un'esposizione per tutta la vita di topi a RF a 2450-MHz RF. I topi sono stati esposti per 1 ora al giorno, 5 giorni alla settimana per tutta la vita a 2 o 6.8 W/kg. La durata della vita è stata accorciata in modo significativo nei topi esposti a 6.8 W/kg (in media di 572 giorni contro 706 del gruppo esposto in modo simulato). Peraltro, a 2 W/kg, le cavie esposte a RF vivevano leggermente, anche se non in modo significativo, più a lungo (in media 738 giorni) del gruppo esposto in modo simulato. Gli autori hanno suggerito che il riscaldamento dovuto all'esposizione a 6.8 W/kg era stressante in misura sufficiente a diminuire la durata della vita.

- Nel 1992, Chou e altri [43] hanno pubblicato uno studio su 100 ratti normali esposti a RF pulsante a 2450 MHz RF e 0.15-0.40 W/kg [8] per 21.5 ore/giorno per 25 mesi. Non si è osservato alcun effetto sulla durata della vita o sulle cause di morte. Si è rilevato un aumento di tumori in generale nel gruppo esposto, senza effetti sulla sopravvivenza. La frequenza di tumori maligni nel gruppo di controllo era insolitamente bassa per la razza, e non si sono osservati aumenti di tumori benigni.
Si sono rilevati due linfomi primari nel gruppo esposto, e due nel gruppo di controllo. Non si sono rilevati tumori cerebrali benigni o maligni né nei ratti esposti né nel gruppo di controllo.
Gli autori hanno concluso: "L'esposizione a microonde...non ha mostrato effetti biologicamente significativi sulla salute in generale... L'aver riscontrato un eccesso di tumori maligni nelle cavie esposte è degno di nota. Comunque, se si considera questo singolo risultato alla luce di altri parametri, è dubbio che la differenza statistica rifletta un'effettiva influenza biologica. Il risultato complessivo indica che non ci sono effetti certi e biologicamente significativi...".

- In 1994, Wu e altri [56] ha pubblicato un rapporto su 26 topi che erano stati esposti a un agente cancerogeno chimico più una RF a 2450 MHz RF e 10 mW/cm² (10-12 W/kg). L'esposizione è continuata per 3 ore/giorno, 6 giorni /settimana per 5 mesi. L'agente cancerogeno era di un tipo che provoca tumore al colon. Non si è rilevata nessuna differenza fra le cavie trattate solo con il cancerogeno e quelle trattate con il cancerogeno più la RF.

- In 1997, Toler e altri [45] hanno pubblicato un rapporto su 200 topi predisposti al tumore al seno esposti a RF a 435 MHz e 1.0 mW/cm² (0.32 W/kg). L'esposizione è continuata per 22 ore/giorno, 7 giorni/settimana per 21 mesi. Gli autori non hanno riportato alcuna differenza nella sopravvivenza né nell'incidenza di tumori al seno. Gli autori hanno riportato che non c'era alcuna differenza nell'incidenza di alcun tipo di tumori fra il gruppo esposto e quello di controllo. In particolare si notava che non c'era nessuna differenza nell'incidenza di linfoma, leucemie o tumori fra il gruppo esposto e quello di controllo.

- In 1998, Frie e altri [44] hanno pubblicato un rapporto su 100 topi predisposti al tumore al seno esposti a RF a 2450 MHz e SAR di 0.3 W/kg. L'esposizione era di 20 ore/giorno, 7 giorni/settimana per 18 mesi. Lo studio non ha trovato differenze nell'incidenza di tumori né nella sopravvivenza fra il gruppo esposto e quello di controllo. Più tardi, sempre nel corso del 1998, Frie e altri [47] hanno pubblicato un secondo studio usando gli stessi tipi di topi e lo stesso regime di esposizione, ma ad una SAR, più alta, di 1.0 W/kg. Nuovamente, lo studio non ha trovato alcuna differenza nell'incidenza di tumori o nella sopravvivenza fra il gruppo esposto e quello di controllo. Non c'era differenza nell'incidenza di linfoma, leucemia o tumore al cervello fra il gruppo esposto e quello di controllo in nessuno dei due studi.

- In 1998 Imaida e altri [63a] hanno pubblicato un rapporto su 48 ratti cui era stato somministrato un cancerogeno chimico che provoca tumori al fegato, ed erano stati esposti a RF a 929 MHz e SAR di 0.6-0.9 W/kg. L'esposizione era di 90 min/giorno, 5 giorni/settimana per 6 settimane. Non è stata riscontrata alcuna differenza nell'incidenza di tumori al fegato fra i ratti esposti a RF e quelli cui era stato somministrato solo il cancerogeno chimico.

In una seconda pubblicazione del 1998, Imaida e altri [63b] hanno riportato una simile mancanza di aumento di tumori al fegato in ratti esposti a RF a 1500 MHz e SAR di 2.0 W/kg. L'esposizione era ancora di 90 min/giorno, 5 giorni/settimana per 6 settimane.

Al congresso BEMS del 1996, Adey e altri hanno riportato che l'esposizione a RF pulsante a 837 MHz non aumentava l'incidenza di tumori al cervello nei ratti; e al Congresso Mondiale del 1997, Adey e altri [50] hanno riportato una simile mancanza di effetti per RF modulata in frequenza. Lo studio con campo pulsante fu pubblicato infine nel 1999 [24], ma lo studio con RF modulata in frequenza non è stato ancora pubblicato. Nello studio pubblicato, l'esposizione a RF iniziava con un'esposizione continua dell'intero corpo di ratti femmine pregne a un campo generato a distanza e continuava durante lo svezzamento. A 7 settimane di età, si iniziava l'esposizione della testa a campi generati localmente, e questa esposizione continuava per 22 mesi (2 ore/giorno, 7.5 min si - 7.5 min no, 4 giorni/settimana). Alcuni ratti venivano anche trattati con un cancerogeno chimico che provoca tumori al cervello (urea etilnitrosa, ENU). I SAR del cervello variavano fra 0.7 e 1.6 W/kg, e i SAR dell'intero corpo variavano fra 0.2 e 0.7 W/kg; le variazioni di SAR erano dovute a cambi nel peso e alla variabilità delle posizioni degli animali. Il numero di tumori risultò inferiore nei gruppi esposti a RF che in quelli con esposizione simulata, ma la differenza non era statisticamente significativa. Questa diminuzione non significativa veniva osservata sia nei ratti sottoposti solo a RF che in quelli trattati con RF più il cancerogeno chimico. Secondo il rapporto presentato al congresso [50], la progettazione dello studio che impiegava RF modulata in frequenza era simile (benché il SAR possa essere stata più elevata), e non si era osservato alcun effetto sull'incidenza di tumori al cervello.

A un congresso nel 1999, Zook e altri [104] hanno riportato l'assenza di effetti sull'incidenza di tumori al cervello in ratti esposti a onde radio a 860-MHz e 1.0 W/kg. Zook e altri riportavano anche che lo stesso protocollo di esposizione non favoriva l'insorgenza di tumori al cervello indotti chimicamente.

Nel 1999, Chagnaud e altri [106] riportavano che l'esposizione di ratti a un segnale GSM non favoriva l'insorgere di tumori al seno chimicamente indotti. In vari momenti dopo l'esposizione a un cancerogeno chimico, i ratti venivano esposti per 2 settimane a 2 ore al giorno a un segnale GSM a 900-MHz a 0.075 o 0.27 W/kg. Non fu osservato alcun effetto nell'incidenza di tumori, nella crescita dei tumori o nella sopravvivenza degli animali.

Sempre nel 1999, Higashikubo e altri [107] riportavano che l'esposizione di ratti con tumori al cervello a radiazioni in radiofrequenza non aveva alcun effetto sulla crescita di tali tumori. I ratti venivano esposti a un'onda continua a 835 MHz RFR oppure ad un'onda pulsata a 848 MHz RFR a un SAR di 0.75 W/kg. L'esposizione durava 4 ore/giorno, 5 giorni alla settimana, iniziando 28 giorni prima dell'innesto del tumore continuando per 150 giorni dopo l'innesto del tumore.

Così sembra che l'induzione di linfomi, e in generale di tumori, dovuta all'esposizione vita natural durante di roditori a RF non sia un fenomeno generale. 

In 2000, Adey et al [50] reported that exposure to continuous wave 837 MHz RF did not induce or promote brain tumors in rats. Other than the difference in modulation, the 2000 study used the same design and exposure protocol as the 1999 study.



23E) Che cosa si sa riguardo alla nuova notizia che l'esposizione di cavie a radiazioni da telefonino provoca danni al DNA delle cellule cerebrali?

Le sostanze in grado di danneggiare il DNA delle cellule vengono considerati cancerogeni potenziali [4]. Le sostanze in grado di danneggiare il DNA vengono chiamati genotossine, o le si definisce come dotate di attività genotossica. In generale, gli studi sulle cellule esposte a RF non hanno trovato prove di genotossicità., a meno che il SAR fosse elevata abbastanza da provocare danni per il riscaldamento [5, 6, 7, 14].

Nel 1995 e 1996, Lai e Singh [31] hanno riportato che la RF causava danni al DNA (danni genotossici) nei ratti. In questi esperimenti, i ratti erano esposti a RF a 2450 MHz e 0.6 e 1.2 W/kg. Dopo l'esposizione, le cavie venivano sacrificate, e i loro cervelli analizzati alla ricerca di danni al DNA. Gli autori hanno riportato un aumento nelle rotture di catene del DNA quattro ore dopo l'esposizione.

I tentativi di ripetizione indipendente del lavoro di Lai e Singh [31] non sono riusciti. Nel 1997, Malyapa e altri [49a, 49b] hanno riportato che non erano riusciti a rilevare gli effetti visti da Lai e Singh, ma c'erano alcune differenze fra i due studi. Nel 1998, Malyapa e altri [49c] hanno riportato di non essere riusciti a rilevare l'effetto in una esatta replica dello studio di Lai e Singh [31].

Tre altri studi pubblicati di recente sulla potenziale genotossicità delle RF non hanno riportato alcuna prova di genotossicità (danni al DNA):
- Vijayalaxmi e altri [41a, 41b,119] non hanno trovato tracce di danni genotossici in cellule sanguigne di topi esposti a RF a 2450 MHz per 18 mesi a 1 W/kg, né in linfociti umani esposti in vitro a RF a 2450 MHz e 12.5 W/kg.
- Cain e altri [42] non hanno trovato effetti di un esposizione a RF a 836 MHz e 0.015 W/kg sulla trasformazione di cellule neoplastiche in fibroplasti animali.
- Antonopoulos e altri [75] non hanno trovato effetti di un'esposizione a RF sulla crescita delle cellule o sui danni cromosomici in linfociti umani. Le cellule venivano esposte a RF per 48-72 ore a 380 MHz (SAR=0.08 W/kg), 900 MHz (SAR=0.2 W/kg) o 1800 MHz (PCS, SAR=1.7 W/kg).

Quattro altri studi pubblicati recentemente hanno trovato qualche prova che l'esposizione a RF potrebbe essere genotossica:
- Maes e altri [32] hanno riportato che l'esposizione di cellule di sangue umano a 954 MHz RF e 1.5 W/kg non provocava danni cromosomici, ma aumentava i danni ai cromosomi provocati da un cancerogeno chimico.- Scarfi e altri [36] hanno riportato che l'esposizione di leucociti animali a RF a 9000 MHz e 70 W/kg provocava danni genotossici e aumentava la genotossicità dovuta a un cancerogeno chimico. Comunque, il SAR in questo esperimenti era alta abbastanza da causare danni termici, per cui non ne è chiara la rilevanza rispetto all'esposizione umana reale.
- Phillips e altri [78] hanno esposto cellule di mammifero a RF per 2 o 21 ore a 814 o 827 MHz. Il SAR era 0.0002 o 0.002 W/kg. Si sono osservati sia aumenti che diminuzioni nell'incidenza di rotture nelle catene del DNA, senza una tendenza definita.

Due rassegne sulla potenziale genotossicità delle RF sono state pubblicate nel 1998.
Verschaeve e Maes [80] hanno concluso che:

"Secondo la grande maggioranza delle pubblicazioni, i campi in RF, e le frequenze per la telefonia mobile in particolare, non sono genotossici: essi non provocano effetti genetici in vitro [in cellule coltivate] né in vivo [in cavie], almeno in condizioni non termiche [condizioni che non causano riscaldamento], e non sembrano aver effetti teratogenici [causare difetti di nascita] o provocare il cancro."
Brusick e altri [81] concludevano che:
"I dati da oltre 100 studi suggeriscono che la radiazione RF non è direttamente mutagenica e che gli effetti negativi dell'esposizione di organismo ad alte intensità di RF sono in parte preponderante il risultato di ipertermia [riscaldamento]; comunque, ci può essere qualche sottile effetto indiretto sulla replicazione e/o sulla trascrizione dei geni in una fascia relativamente ristretta di condizioni di esposizione."



24) Dove si possono cercare informazioni più approfondite?

La documentazione delle varie norme sulla radiofrequenza [5, 6, 7 e 14] contiene numerose referenze. Fra le rassegne ragionevolmente aggiornate in questo campo troviamo: la pubblicazione ICNIRP sui telefonini [1], la rassegna di Stuchly [83], e la rassegna di Repacholi [74].




25) Chi ha scritto queste domande e risposte?

Questa raccolta di FAQ è stata scritta dal Dr. John Moulder, Professore di Oncologia delle Radiazioni, Radiologia e Farmacologia/Tossicologia presso la Facoltà di Medicina del Wisconsin. Il Dr. Moulder insegna, tiene conferenze e scrive sugli effetti biologici delle radiazioni non ionizzanti e dei campi elettromagnetici da più di due decenni.
La versioone originale di queste FAQ è stata scritta nel 1995 su incarico della città di Brookfield, Wisconsin.

Parte di queste FAQ sono derivate da tre pubblicazioni su riviste scientifiche sottoposte ad esame di colleghi scienziati:
- JE Moulder e KR Foster: Biological effects of power-frequency fields as - KR Foster, LS Erdreich, JE Moulder: Weak electromagnetic fields and cancer in the context of risk assessment. Proc IEEE, 85:733-746, 1997.
- JE Moulder: Power-frequency fields e cancer. Crit Rev Biomed Eng 26:1-116, 1998.
- JE Moulder, LS Erdreich, RS Malyapa, J Merritt, WF Pickard, Vijayalaxmi: Cell phones e cancer: What is the evidence for a connection? Radiat. Res., In stampa, 1999.

 Il Dr. Moulder mette a disposizioni "FAQ" simili riguardanti "Tumori e linee elettriche" e "Campi EM statici e tumori".


Note tecniche:

1. International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection: Health issues related to the use of hand-held radiotelephones e base transmitters. Health Physics 70:587-593, 1996.

2. I PCS (Personal Communication Systems) sono telefonini che impiegano un sistema di trasmissione digitale anziché analogico come molti telefoni cellulari. Negli USA, i telefoni cellulari funzionano a 860-900 MHz, mentre i PCS funzionano a 1800-2200 MHz. In apparenza, cellulari e PCS e le loro stazioni trasmittenti sono simili. Negli USA, i telefoni "cordless" funzionano a 46-60 MHz e le ricetrasmittenti "citizens band (CB)" a circa 27 MHz. Alcuni cordless hanno una potenza equivalente o superiore a quella di alcuni telefoni cellulari.

Nota internazionale: In tutto il mondo viene usata una gran varietà di altre frequenze, sia per radiotelefoni analogici che digitali, portatili o mobili, e i sistemi vengono chiamati in altri modi (vedi la Tavola 1 in Stuchly [83] per dettagli). Le frequenze più comuni per i sistemi "cellulari" sono 800-900 MHz (analogici e digitali) e 1800-2000 MHz (digitali); ma esistono ricetrasmittenti portatili che usano frequenze comprese fra i 45 MHz e i 2500 MHz. La potenza emessa da apparecchi portatili raramente supera i 2 W, ma quella degli apparecchi montati su veicoli, come quelle impiegate dalle forze dell'ordine, può arrivare a 100 W.
Canada: I telefonini analogici e digitali funzionano a 824-849 MHz. E' prevista a breve l'introduzione di un sistema digitale a 2000 MHz (simile o identico al servizio PCS negli USA).
Australia: I telefoni analogici AMPS funzionano a 825-890 MHz e i digitali GSM a 890-960 MHz.
Europa: I sistemi analogici a circa 900 MHz; i sistemi digitali (GSM) a circa 900 e circa 1800 MHz.

3. Le frequenze usate dai telefonini cellulare e PCS possono venir chiamate o microonde (MW), radiofrequenze (RF), o onde radio. Per la discussione sugli effetti sulla salute la distinzione fra onde radio e microonde è solo di nome, e il termine onde radio (o radiofrequenza o RF) è usato in questo documento per tutte le frequenze fra 3 kHz e 300 GHz.

4. Per una discussione dettagliata vedi:
- JE Moulder e KR Foster: Biological effects of power-frequency fields as they relate to carcinogenesis. Proc Soc Exper Biol Med 209:309-324, 1995;
- JE Moulder: Power-frequency fields e cancer. Crit Rev Biomed Engineering 26:1-116, 1998.

5. IEEE Standards Coordinating Committee 28 on Non-Ionizing Radiation Hazards: Standard for safety levels with respect to human exposure to radio frequency electromagnetic fields (Norme sui livelli di sicurezza per l'esposizione umana a campi elettromagnetici a radiofrequenza), 3 kHz to 300 GHz (ANSI/IEEE C95.1-1991), The Institute of Electrical e Electronics Engineers, New York, 1992.

6. International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection: Guidelines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic e electromagnetic fields. Health Physics 74:494-522, 1998.

7. National Council on Radiation Protection e Measurements: Biological effects e exposure criteria for radiofrequency electromagnetic fields. NCRP Report No. 86, 1986.

8. Gli effetti biologici delle onde radio dipendono dal tasso di assorbimento dell'energia. Questo tasso di assorbimento dell'energia viene chiamato SAR (Specific Absorption Rate) e viene misurato in watt/kilogrammo (W/kg). I SAR sono difficili da misurare, perciò quello che viene normalmente misurato è l'intensità di potenza riferita all'onda piana. Il SAR medio su tutto il corpo può poi essere calcolato partendo dall'intensità di potenza cui viene sottoposto (vedi Stuchly [83] per dettagli).
Si noti che alcuni documenti esprimono l'intensità di potenza in m W/cm² , dove 1000 m W/cm² equivale a 1 mW/cm² .

9. I limiti dell'intensità di potenza sono più severi per le frequenze dei cellulari che per quelle dei PCS perché l'uomo assorbe le radiazioni in misura maggiore a 860 MHz piuttosto che a 1800 MHz, ed è la quantità di potenza assorbita che conta veramente [8].

10. In particolare, il limite ICNIRP standard è di 0.40 mW/cm² per le frequenze dei telefonini cellulari e 0.90 mW/cm² per quelle dei PCS, mentre i limiti del NCRP sono di 0.57 mW/cm² per i cellulari e 1.00 mW/cm² per i PCS.

11. Guidelines for Evaluating the Environmental Effects of Radiofrequency Radiation (FCC 96-326), Federal Communications Commission, Washington, D.C., 1996. Disponibile sulla pagina WEB FCC.

12. In particolare il nuovo limite FCC è 0.57 mW/cm² per le frequenze dei cellulari e 1.0 mW/cm² per le frequenze dei PCS.

Nota internazionale: Molti paesi hanno le proprie regole. Anche se queste regole in generale seguono gli stessi schemi e le stesse logiche usate da ANSI/IEEE [5] e ICNIRP [6], ci sono comunque delle differenze.

Norme australiane:
La situazione australiana è piuttosto complessa. Fino al 1998, l'esposizione a RF in Australia era regolata dalla "AS2772.1-1990 Radiofrequency radiation, Part 1: Maximum exposure levels-100 kHz to 300 GHz including Amendment No. 1/1994" emessa dalla Standards Association of Australia. In questa norma il limite ammesso per l'esposizione non professionale per le frequenze usate dai servizi di telefonia mobile era di 0.2 mW/cm² ; questo significava un livello da 2 a 6 volte inferiore a quello delle norme FCC, ANSI/IEEE, ICNIRP e NCRP.

Questa norma è stata sottoposta a revisione nel 1998 in forma provvisoria, e il limite di esposizione non professionale nella nuova norma provvisoria [AS/NZS2772.1(Int):1998] risultava simile alla norma ICNIRP [6], tranne che per le frequenze più alte dove venivano mantenuti i limiti, più bassi, dell'edizione 1990. Questa norma provvisoria restava in vigore fino al 5 marzo 99, quando doveva essere "confermata, ritirata o revisionata ". Il comitato responsabile per la norma non riuscì a trovare un accordo con la maggioranza richiesta per confermare o revisionare la norma provvisoria, che fu perciò ritirata.

Quando l' AS/NZS2772.1(Int):1998 perse validità, la Australian Communications Authority (ACA) si mosse per conto suo e adottò una sua propria norma per le radiotrasmissioni RF. La norma ACA è in gran parte identica alla AS/NZS2772.1(Int):1998, tranne il fatto che si applica solo alle RF usate per le trasmissioni.

Norme neozelandesi:
Nel 1998 le norme australiane e neozelandesi furono fuse in una norma provvisoria [AS/NZS2772.1(Int):1998]. La stessa confusione sulla normativa australiana capitava in Nuova Zelanda. Comunque, a differenza dell' Australia, la Nuova Zelanda ha adottato una norma definitiva, "NZS 2772.1:1999 Radiofrequency fields - Part 1: Maximum exposure levels - 3 kHz to 300 GHz", che si allinea completamente alle norme ICNIRP [6] e non contiene i limiti ridotti di esposizione per le frequenze più alte che facevano parte della norma precedente.

Norme canadesi: Health Canada: Limits of exposure to radiofrequency fields at frequencies from 10 kHz - 300 GHz Safety Code 6, Canada Communication Group, Ottawa, Canada, (1993). Alle frequenze di interesse per le trasmittenti per telefonia mobile le norme canadesi sono identiche alla norma FCC.

Norme del Regno Unito: Le norme del Regno Unito prevedono [14] 0.57 mW/cm² a 900 MHz e 1.00 mW/cm² a 1800 MHz.

Norme Greche [Misure per la protezione del pubblico dal funzionamento di antenne installate a terra. Atene, Grecia, 2000]: Sono sostanzialmente identiche alle norme  ICNIRP [6] .

Norme svizzere [Regolamento sulla protezione contro le radiazioni non ionizzanti. Consiglio federale elvetico,1999]: Per apparecchi trasmittenti di comunicazione sopra i 6 W (ERP) la norma impone 4.0 V/m (0.0042 mW/cm²) a 900 Mz e 6.0 V/m (0.0095 mW/cm²) a 1800 Mz. Per trasmissioni radio (e TV?) il valore è 3.0-8.5 V/m (0.0024-0.019 mW/cm²).

Norme italiane:
Ministero Dell'Ambiente, Decreto 10 settembre 1998, n. 381, Regolamento recante norme per la
determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana.
A frequenze di telefonia mobile il limite è di 0.10 mW/cm². Per situazioni in cui l'esposizione  supera le 4 ore/giorno, il limite è ulteriormente ridotto a 0.010 mW/cm². Le regioni hanno l'autorità di ridurre ulteriormente questi limiti, e molte regioni hanno limiti 4 volte inferiori (0.0025 mW/cm²).

N.d.T.: In Italia la situazione resta piuttosto fluida, e si aspettano novità, anche per gli interventi legislativi regionali; i limiti attualmente validi sono all'incirca 1/5 (per scuole ecc. all'incirca 1/50) dei valori minimi FCC

13. Quando ci sono antenne trasmittenti multiple che operano a frequenze differenti, il metodo per verificare la conformità alle norme ANSI [5] o FCC [11] è complesso. Comunque, c'è anche un sistema semplice per verificare la conformità in queste condizioni: sommare le intensità di potenza di tutte le antenne e applicare il limite più severo per l'intensità. Qualunque situazione che superi questa facile prova supererà anche i test più severi e complessi. Una situazione che non soddisfi questa prova dovrà essere analizzata uasando il metodo più severo e complesso descritto nella norma ANSI.

14. National Radiation Protection Board: Restrictions on human exposure to static and time varying electromagnetic fields e radiation. Doc NRPB 4:1-69, 1993.

15. La norma ANSI 1992 [5], per esempio, è basata sull'analisi di 321 pubblicazioni su riviste scientifiche sottoposte a controllo; e le linee guida NCRP [7] sono basate sull'analisi di circa 1000 rapporti.

16. In particolare, nessun effetto potenzialmente pericoloso è stato individuato e riprodotto al di sotto di un SAR di 4 W/kg.
- Alle frequenze di cellulari e PCS occorerebbe un'intensità di potenza di 20-100 mW/cm² per raggiungere un livello di SAR pari a 4 W/kg.
- Nella peggiore delle ipotesi (antenne a basso guadagno multiple, di elevato ERP), il SAR di un uomo in una zona accessibile al publico presso una trasmittente in regola con le norme FCC sarebbe inferiore a 0.01 W/kg.
- In condizioni realistiche il SAR di un uomo nei pressi di tale stazione sarà inferiore a 0.0005 W/kg.

17. ANSI, ICNIRP e NCRP concordano tutte nello stabilire che nel caso di esposizione non professionale il SAR riferito all'intero corpo deve essere tenuto al di sotto di 0.08 W/kg. Dove le norme divergono è nella determinazione del rapporto fra il SAR e l'intensità di potenza, rapporto che viene determinato in base ad una combinazione di modelli biofisici e di dosimetria.

Nota internazionale: Come risultato delle differenze fra gli approcci e delle diverse frequenze impiegate, gli standard nel mondo variano, per quanto riguardano l'esposizione continua non professionale riferita a stazioni trasmittenti in RF, fra 0.20 e 1.20 mW/cm² .

18. Per le antenne a pannello usate dalla maggior parte delle trasmittenti per PCS, l'area di rischio è solo quella in fronte all'antenna. Per le antenne onnidirezionali usate in molte trasmittenti per cellulare, l'area di rischio è in tutte le direzioni. Queste differenze si chiariscono esaminando lo schema delle emissioni RF per ogni tipo di antenna (vedi Q14C).

Queste considerazioni generali riguardo alla minima distanza di sicurezza sono basate sull'ipotesi che la potenza totale per settore delle antenne trasmittenti non superi i 2000 W. Negli U.S.A., questo è generalmente vero; e in base alle linee guida FCC, per le postazioni con potenza totale superiore a 2000 W è prescritta una valutazione specifica [vedi nota 19].

Nota internazionale: In qualche nazione è possibile vengano impiegate antenne più potenti, nel qual caso le distanze di sicurezza saranno maggiori. Le distanze minime di sicurezza saranno maggiori anche nel caso in cui più antenne trasmettano nello stesso settore.

19. In particolare, la FCC richiede una valutazione per:

  1. Antenne trasmittenti per PCS non montate su tetti, di altezza inferiore a 10 metri rispetto al suolo e con una potenza efficace totale superiore ai 2000 W;
  2. Antenne trasmittenti per PCS montate su tetti e con una potenza efficace totale superiore a 2000 W
  3. Antenne trasmittenti per cellulari non montate su tetti, di altezza inferiore a 10 metri rispetto al suolo e con una potenza efficace totale superiore ai 1000 W
  4. Antenne trasmittenti per PCS montate su tetti e con una potenza efficace totale superiore a 1000 W
Per "montate su tetto" si intende "montate sul tetto o comunque sulla struttura più alta di un edificio adibito a uffici o residenza e a cui possono accedere lavoratori o pubblico in genere." Ne dedurrei che una postazione montata su un serbatoio d'acqua non dovrebbe essere considerata "montata su tetto"

la "potenza totale" è definita come "la somma delle potenze di tutte le antenne montate nello stesso impianto che trasmettono simultaneamente. Applicando i criteri di esclusione, si dovrebbero considerare le irradiazioni in tutte le direzioni. Nel caso di impianti che usano antenne trasmittenti settorizzate, si dovrebbero applicare i criteri a tutti i canali che trasmettono in un dato settore, tenendo conto del fatto che un'antenna direzionale contribuisce poco alla sommatoria di potenza nelle altre direzioni."

Nota internazionale: In senso stretto questi criteri valgono solo negli U.S.A. Ciononostante essi costituiscono un criterio utile per determinare quali tipi di impianti trasmittenti hanno maggiori probabilità di violare le norme sulla RF. Per esempio, gli impianti che sono esentati dalla misurazione secondo le regole FCC dovrebbero soddisfare facilmente le più restrittive Norme Australiane.

20. Una distinzione che viene spesso fatta nella discussione sugli effetti biologici delle onde radio è quella fra effetti "non termici" ed effetti "termici". Questo si riferisce al meccanismo di funzionamento degli effetti: gli effetti non termici sono il risultato di un'interazione diretta fra le onde radio e l'organismo, mentre gli effetti termici sono il risultato del riscaldamento. Sono segnalati alcuni effetti biologici delle onde radio il cui meccanismo è sconosciuto, e per questi effetti è difficile (e non molto utile) tentare di effettuare una distinzione fra meccanismi "termici" e "non termici".

21. Questi effetti includono variazioni nell'attività elettrica del cervello, nell'attività degli enzimi e nel trasporto degli ioni calcio attraverso le membrane [per dettagli vedi 1, 5, 6, 7 e 14].

22. Santani e altri: Electric fields from 900 MHz digital cellular telephones. Bioelectromagnetics Society, Tampa, June 1998.

23. Il maggior assorbimento nell'uomo a 900 MHz (frequenza dei cellulari U.S.A.) rispetto ai 2000 MHz (frequenza dei PCS U.S.A.) è valido per esposizione dell'intero corpo a una certa distanza dall'antenna (il caso dell'esposizione del pubblico presso una stazione trasmittente). Questa differenza potrebbe non valere per esposizioni parziali del corpo a distanza ravvicinata da un'antenna.

24. WR Adey, CV Byus e altri: Spontaneous and nitrosourea-induced primary tumors of the central nervous system in Fischer 344 rats chronically exposed to 836 MHz modulated microwaves. Radiat Res 152:293-302, 1999.

25a. KH Mild e altri: Use of mobile phones and subjective disorders. A Swedish-Norwegian epidemiological study. Background and development of questionnaire. Bioelectromagnetic Society, Tampa, June 1998.

 25b: M Sandström e altri: Subjective symptoms among mobile phone users in Sweden and Norway. A Swedish-Norwegian epidemiological study. Bioelectromagnetic Society, Tampa, June 1998.

26a. BJ Youbicier-Simo, JC Lebecq and M Bastide: Mortality of chick embryos exposed to EMFs from mobile phones. Bioelectromagnetic Society, Tampa, June 1998.
26b. BJ Youbicier-Simo, JC Lebecq and M Bastide: Damage of chicken embryos by EMFs from mobile phones: Protection by a compensation antenna. Bioelectromagnetic Society, Tampa, June 1998.

27. Vedi 63b.

28. B Hocking e altri: Cancer incidence and mortality and proximity to TV towers. Med J Austral 165:601-605, 1996.

29A. JR Goldsmith: Epidemiologic evidence of radiofrequency (microwave) effects on health in military, broadcasting, and occupational studies. Int J Occup Environ Health 1:47-57, 1995.
JR Goldsmith: Epidemiologic evidence relevant to radar (microwave) effects. Environ Health Perspec 105:1579-1587, 1997.

30. Una discussione dei problemi connessi all'interpretazione degli studi di epidemiologia ecologica è al di fuori dello scopo di questo documento. Per discussioni sulla questione vedi:
S Piantadosi e altri: The ecological fallacy. Am J Epidem. 127(5):893-904, 1988.
S Schwartz: The fallacy of the ecological fallacy: the potential misuse of a concept and the consequences. Am J Public Health. 84(5):819-24, 1994.

31a. H Lai and NP Singh: Acute low-intensity microwave exposure increases DNA single-strand breaks in rat brain cells. Bioelectromag 16:207-210, 1995

 31b. H Lai and NP Singh: Single- and double-strand DNA breaks in rat brain cells after acute exposure to radiofrequency electromagnetic radiation. Int J Rad Biol 69:513-521, 1996.

32. A Maes e altri: 954 MHz microwaves enhance the mutagenic properties of mitomycin C. Environ Molec Mutagen 28:26-30, 1996.

33. JK Grayson: Radiation exposure, socioeconomic status, and brain tumor risk in US Air Force: A nested case-control study. Amer J Epidem 143:480-486, 1996.

34. H Dolk e altri: Cancer incidence near radio and television transmitters in Great Britain I. Sutton Coldfield Transmitter. Amer J Epidem 145:1-9, 1997.

35. H Dolk e altri: Cancer incidence near radio and television transmitters in Great Britain. II. All high power transmitters. Amer J Epidem 145:10-17, 1997.

36. MR Scarfi e altri: Genotoxic effects of mitomycin-C and microwave radiation on bovine lymphocytes. Electro Magnetobio 15:99-107, 1996.

37. MH Repacholi e altri: Lymphomas in Em -Pim1 Transgenic Mice Exposed to Pulsed 900 MHz Electromagnetic Fields. Rad Res 147:631-640, 1997.

38. Citazione dal riassunto del lavoro di Repacholi e altri [37] :
"...Cento cavie sono state esposte in modo simulato e 101 sono state esposte a due periodi di 30 min al giorno per 18 mesi a un campo di onde piane a 900 MHz con impulsi a una frequenza di 217 Hz e una durata di impulso di 0.6 ms. L'intensità di potenza applicata era di 0.26-1.3 mW/cm² e [il SAR medio era] 0.13-1.4 W/kg. Si è trovato che il rischio di linfoma era significativamente più alto nelle cavie esposte che nel gruppo di controllo (OR=2.4, p=0.006, 95% CI=1.3-4.5)... Questa esposizione a lungo termine a campi in RF intermittenti può aumentare la probabilità che cavie con un oncogene linfomagenico sviluppino un linfoma ".

39. Citazione dalla discussione in Repacholi e altri [37]
"[la letteratura] non sembra offrire un meccanismo col quale l'esposizione a RF... possa aumentare l'incidenza di linfomi maligni "
"Benché l'aumento di incidenza di linfomi trovati fosse altamente significativo dal punto di vista statistico, e le condizioni di esposizione fossero studiate per imitare i campi generati da un telefonino digitale, le implicazioni dello studio con la generazione di tumori nell'uomo non sono chiare. E' difficile estrapolare direttamente dai topi all'uomo a causa delle differenze nei rispettivi assorbimenti di energia dai campi RF."
"Noi non interpreteremmo questi studi come indicazione che l'esposizione a campi RF sia specificamente linfomagenica in animali normali."
"Questo non significa che un uomo si trovi in condizioni di aumentato rischio di cancro in conseguenza dell'esposizione a campi RF. Nessun singolo esperimento su animali potrebbe permettere una simile conclusione."

40. Ulteriori note tecniche riguardo Repacholi e altri [37]:
- I topi usati in questi studi sono animali transgenici in cui viene attivato un oncogene che li predispone a contrarre il linfoma. All'età di 10 mesi il 5-10% di questi topi sviluppa linfomi, e entro i 18 mesi circa il 15% sviluppa linfomi. L'incidenza di linfomi in topi normali è molto inferiore.
- I dati erano coperti. Le esposizioni non erano completamente coperte; durante l'esperimento i ricercatori sapevano quali topi erano esposti e quali no, ma il personale che si prendeva cura degli animali non lo sapeva.
- Il campo RF non era uniforme nella sala di esposizione, e le cavie erano libere di muoversi nelle loro gabbie durante l'esposizione. Come risultato, i livelli effettivi di esposizione delle cavie non sono noti. Tutto ciò che è noto è che il SAR variava fra 0.007 e 4.3 W/kg e che il SAR medio per i topi era fra 0.14 e 1.4 W/kg.
- Le norme ANSI/IEEE per l'esposizione non professionale a RF è mirata a mantenere l'esposizione al di sotto di 0.08 W/kg. I livelli di SAR in zone accessibili al pubblico presso stazioni trasmittenti per telefonia mobile si aggira sui 0.0005-0.005 W/kg [16]. Dunque i livelli di esposizione usati nello studio sui topi sono ben al di sopra di quelli cui la gente è effettivamente esposta.
- Dato che gli animali usati nello studio sono geneticamente predisposti ai linfomi è difficile decidere se questo può essere considerato un test sulla genotossicità o sull'attività epigenetica (vedi le power lines-cancer FAQ per una discussione sull'argomento).

N.d.T. (Ricavata da power lines-cancer FAQ) : Sono definiti genotossici gli agenti in grado di provocare direttamente il cancro; esistono agenti non genotossici, detti epigenetici, che possono contribuire allo sviluppo del cancro, anche se non sono in grado da soli di provocarlo. Gli agenti epigenetici (o cancerogeni non genotossici) influiscono sulla formazione del cancro indirettamente, aumentando la probabilità che altri agenti genotossici provochino danni, o che i danni provocati da altri agenti portino al cancro. Per esempio, un agente epigenetico potrebbe inibire l'azione di riparazione dei danni fatti da un agente genotossico, o influire sul DNA in modo da renderlo più sensibile agli attacchi di un agente genotossico, permettere ad una cellula portatrice di danni di sopravvivere o stimolare la proliferazione di cellule danneggiate che altrimenti non si moltiplicherebbero.

Le azioni degli agenti epigenetici sono specificamente legate al tipo di tessuto e alla specie animale, ed esistono prove che gli agenti epigenetici hanno una soglia di azione sotto la quale non hanno effetto.

Dunque le prove che un agente ha effetti epigenetici devono essere valutate con attenzione per quanto riguarda la cancerogenicità sull'uomo in condizioni reali.

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54. Le misurazioni dimostrano che l'energia del segnale in un edificio si colloca fra il 5% e il 40% del livello misurato sulla strada all'esterno. In generale, l'attenuazione del segnale è maggiore al piano terra che nei piani superiori, ed è inferiore per le frequenze più alte (PCS) che per quelle inferiori (cellulari) (JD Parsons, The Mobile Phone Propagation Channel, Wiley and Sons, NY, 1992).

55. Un calcolo effettuato nella peggiore delle ipotesi (antenna a basso guadagno da 2000 W ERP montata direttamente su un tetto dotato di basso potere di attenuazione) porta come risultato ad un'intensità di potenza inferiore a 0.10 mW/cm² al piano sottostante. Un calcolo per un impianto più tipico (antenna ad alto guadagno da1000 W ERP montata a 2 metri sopra un tetto normale) porta ad un'intensità di potenza inferiore a 0.001 mW/cm² al piano sottostante.

Misure reali effettuate in appartamenti all'ultimo piano di un edificio con una stazione trasmittente con antenne ad alto guadagno montate all'esterno del tetto proprio sopra gli appartamenti hanno rilevato un'intensità di potenza massima di 0.0004 mW/cm² [101]. Misure effettuate in un corridoio nel piano immediatamente al di sotto di una stazione trasmittente montata sul tetto (antenne 3 metri sopra il tetto) hanno rilevato un'intensità di potenza massima di 0.008 mW/cm² . Entrambi i massimi nell'ipotesi che le stazioni stiano trasmettendo alla loro potenza massima di 2000 W ERP [101].
NEWNel 2000, NRPB (UK) [130] ha fatto misure in condomini e scuole con una ampia varietà di antenne sul tetto. Al piano più alto di questi edifici la massima densità di potenza in RF da tutte le sorgenti combinate era di 0.0001 mW/cm2.
 

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  • KR Foster, LS Erdreich, JE Moulder: Weak electromagnetic fields and cancer in the context of risk assessment. Proc IEEE, 85:733-746, 1997.
  • JE Moulder: Power-frequency fields and cancer. Crit Rev Biomed Eng 26:1-116, 1998.
  • JE Moulder, LS Erdreich, RS Malyapa, J Merritt, WF Pickard, Vijayalaxmi: Cell phones and cancer: What is the evidence for a connection? Radiat. Res., 151:513-531,1999.
    KR Foster and JE Moulder: Are mobile phones safe? IEEE Spectrum, August 2000, pp 23-28.
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